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Algeria, Governo manda in vacanza gli universitari per sedare le proteste

Nelle ultime settimane hanno organizzato scioperi e manifestazioni che si sono aggiunte ai cortei contro il presidente Bouteflika

Pubblicato:11-03-2019 14:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:13

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ROMA – “Pausa immediata” per gli studenti universitari in Algeria, che nelle ultime settimane hanno organizzato scioperi e manifestazioni di piazza, che si sono aggiunte ai cortei contro la candidatura del presidente uscente Abdelaziz Bouteflika, al suo quinto mandato. Ma secondo la stampa locale, le organizzazioni studentesche impegnate nella protesta si stanno riorganizzando. 

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In una nota giunta dal ministro dell’Istruzione Tahar Hadjar agli atenei, sono state decise vacanze “immediate e supplementari” di nove giorni, ossia una sospensione dei corsi ulteriore rispetto a quelle già previste. All’interno delle aule della facoltà di Scienze e tecnologia di Houari-Boumediene ad Algeri, la più grande università del paese, la stampa locale ha raccolto i commenti degli studenti alla notizia: “E’ una decisione politica, per indebolire il movimento che è soprattutto composto da studenti” denuncia Arslan, 22 anni.

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“Vogliono ridurre l’importanza dei cortei, ma gli studenti avranno ancora più tempo per manifestare” commenta Ilhem, 20 anni. La vacanza forzata infatti, non avrebbe scoraggiato i movimenti studenteschi impegnati nelle proteste, che al contrario starebbero sfruttando la pausa per riorganizzarsi, promettendo nuovi appuntamenti in piazza. Intanto nella serata di ieri il presidente Bouteflika, ricoverato da settimane in una clinica di Ginevra, è tornato in Algeria. Nessuna uscita pubblica per lui, bensì un breve comunicato letto sulle principali emittenti televisive nazionali dal capo di Stato maggiore, Ahmed Gaid Salah. Salah, con toni più pacati rispetto alle dichiarazioni dei giorni scorsi, ha detto che l’esercito e il popolo “condividono gli stessi valori” e “la visione sul futuro del paese”. 


Quindi ha chiesto alla piazza di non riportare il Paese indietro, agli anni bui del terrorismo. Dal 24 febbraio, sono aumentate di intensità le proteste in tutto il Paese: dai cittadini molti gli appelli all’esercito affinchè sostenga la riforma del sistema politico, che da due decenni vede al centro Bouteflika e il suo partito. Ma Salah ha sempre respinto tale possibilità.

di Laura Ghiandoni

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