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Migranti, Boldrini: “Togliere i fondi ai paesi Ue che rifiutano asilo”

Non è possibile che questa responsabilità si risolva sulle spalle di quattro o cinque Paesi. Noi siamo 28, gli altri che cosa fanno?

Pubblicato:11-03-2016 13:17
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:22

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Boldrini a Lesbo

ROMA – “Alcuni Stati membri voltano le spalle e non vogliono accettare il principio della suddivisione degli oneri sul diritto di asilo” ai migranti, “io ritengo che l’Unione europea abbia la responsabilità di riconsiderare certe posizioni e di essere piu’ esigente con gli Stati membri, mettendo in atto un sistema di condizionalità rispetto all’erogazione dei fondi strutturali: vale a dire, chi non rispetta gli impegni presi non potrà avere accesso ai fondi cosi’ come avrebbe titolo se rispettasse le regole europee”. Lo dice la presidente della Camera, Laura Boldrini, a margine del Convegno ‘L’Italia e gli obiettivi Onu al 2030: nasce l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile’, nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio. Sul diritto di asilo, spiega la terza carica dello Stato, “sembrerebbe che oggi l’Ue, o meglio alcuni Stati dell’Unione, stiano facendo dei passi indietro e questo non è molto saggio. Oggi il flusso migratorio è essenzialmente di richiedenti asilo, cioè di persone che fuggono dalle guerre, dalle violazioni dei diritti umani, dalle persecuzioni. Quindi, l’Europa, gli Stati europei, hanno un obbligo a dare asilo, che è un diritto fondativo dell’Ue. E invece a onorare questo impegno sono solamente in pochi: sicuramente la Grecia, che è il paese piu’ esposto con gli arrivi, l’Italia, ma anche la Germania e la Svezia. Non è possibile che questa responsabilità si risolva sulle spalle di quattro o cinque Paesi. Noi siamo 28, gli altri che cosa fanno? E quindi in questo senso ritengo che ogni Stato debba essere richiamato alle proprie responsabilità anche con un sistema di condizionalità rispetto all’erogazione dei fondi strutturali”.

Laura Boldrini sottolinea che “intanto il tema delle migrazioni si gestisce se si sta tutti insieme e se ognuno si assume la propria responsabilità, questo tanto piu’ quando si è deciso di farlo. Questa marcia indietro è veramente inaccettabile- continua al presidente della Camera- e colpisce alcuni Paesi andando a vantaggio di altri. Quindi io ritengo che l’Unione europea abbia la responsabilità di riconsiderare certe posizioni, di essere piu’ esigente con gli Stati membri e di riuscire anche a mettere in atto un sistema di condizionalità: cioè gli Stati membri che non ottemperano ai propri obblighi che sono stati decisi, perchè c’è stata una votazioni in seno al Consiglio europeo, quegli Stati non dovrebbero avere accesso a tutti i fondi che altrimenti potrebbero avere. Non vedo altri sistemi al di fuori di questo per riuscire a non far saltare il sistema”.


di Maria Carmela Fiumanò, giornalista professionista

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