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di Viviana Astazi
SANREMO – Ariston in piedi per Simone Cristicchi e la sua “Quando sarai piccola“, ispirata e dedicata alla madre Luciana. Artista visibilmente commosso a fine esibizione, mentre il pubblico in sala gli ha tributato un lungo applauso.
Prima di Cristicchi, ottimo riscontro per i Coma_Cose, apprezzati dalla platea e anche dalla sala stampa. La loro “Cuoricini” critica il mondo social e la loro influenza sulle relazioni, non solo di coppia.
Tra i nomi più attesi della serata c’è Achille Lauro. Outfit formale per il cantante romano, che in passato ha abituato a uno stile ben più stravagante. Sul palco presenta “Incoscienti giovani”, brano molto applaudito a fine esibizione. La platea dell’Ariston approva e almeno metà della sala stampa si anima. In attesa della favorita Giorgia, Achille Lauro cerca di darle filo da torcere.
Arriva il momento dell’inno alla pace. A sorpresa, il Direttore artistico Carlo Conti lancia un videomessaggio di papa Francesco, che richiama all’attenzione su tutti i conflitti in corso nel mondo. Poi cantano Noa e Mira Awad, le due artiste (israeliana la prima, palestinese la seconda) che intonano “Imagine” di John Lennon alternando versi in ebraico, arabo e inglese. Prima di chiudere l’inno, lanciano lo stesso messaggio pacifista anche in italiano. Una performance, la loro, intervallata da applausi della platea, che si alza in piedi allo scemare della musica.
Non delude le aspettative Giorgia, favorita per la vittoria finale. Applauditissima in sala stampa e omaggiata da una platea in visibilio in teatro, la cantante fa sfoggio dei propri virtuosismi vocali con “La cura per me”.
Ospite di punta di questa prima serata è Jovanotti, che fa ballare letteralmente tutta Sanremo. Medley in strada, davanti all’Ariston: il cantante parte con “Ombelico del mondo”, accompagnato da una schiera di batteristi, e prosegue con “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”, che esegue entrando in teatro. Per lui bagno di folla in visibilio: il pubblica si scatena, canta e balla con lui. Salendo sul palco, Jovanotti passa a “I love you baby” e a “Fuorionda”, per concludere poi con un classico del suo repertorio: “A te”. E qui l’Ariston si trasforma in un concerto vero e proprio, con la platea e la galleria che intonano tanto forte da sentirsi perfino da casa.
“Sanremo è la festa della musica. È una passione che lega un Paese intero“, ha detto a Carlo Conti a fine performance.
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