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ROMA – “Il giorno dopo aver scoperto che avrei avuto un maschietto, mi sono ritrovato in prigione. La parte più difficile è stata doverlo spiegare a mia figlia”. Intanto Radja Nainggolan prova a spiegare il suo arresto in un’intervista al quotidiano belga Het Nieuwsblad. L’ex giocatore della Roma è già tornato in campo, domenica con il Lokeren-Temse,
Il 27 gennaio è stato arrestato, insieme ad altre 17 persone, dalla polizia belga nell’ambito di una vasta indagine su l’importazione di cocaina dal Sud America all’Europa, tramite il porto di Anversa, e la sua ridistribuzione in Belgio.
“Sono stato interrogato per quattro ore. Quando hanno voluto portarmi davanti al giudice istruttore, erano già le sei di sera. Mi hanno detto che avrei trascorso tutta la notte in cella. Era come se avessero arrestato Pablo Escobar, anche se non ho nulla a che fare con i casi di droga a cui è associato il mio amico. Sono cresciuto in un quartiere dove a volte succedevano cose riprovevoli”.
“Non mi hanno fatto domande sulla droga. Volevano solo sapere che tipo di relazione avevo con questa persona. La prigione è un’esperienza molto strana che non vorrei rivivere. Sono stato presentato come un trafficante di droga”.
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