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Maturità, gli studenti tornano in piazza: “Bianchi ripensaci”

Oggi proteste in diverse città italiane, tra cui Milano e Bologna

Pubblicato:11-02-2022 13:13
Ultimo aggiornamento:11-02-2022 17:45
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MILANO – “Nessuna infiltrazione in piazza, noi c’eravamo” e quella che le forze dell’ordine hanno esercitato sarebbe “una Repressione intollerabile”. Tanto per cambiare “la politica dimostra di tutelare sempre gli stessi interessi” e soprattutto “il ministero è sordo alle nostre richieste” di un modello di scuola che “ascolta gli studenti” e ne ha a cuore “il benessere psicologico”. Così Alessandro di Miceli dell’Unione degli studenti spiega alla stampa i principali motivi della mobilitazione che oggi sta coinvolgendo alcune città italiane, tra cui Milano.

Tra questi la maturità e i corsi Pcto. Tra i cori infatti risuona la protesta contro l’alternanza scuola-lavoro e il ricordo di Lorenzo Parelli, lo studente morto in un incidente durante uno stage. “Non si può morire di scuola” scandiscono e chiedono le dimissioni del ministro Patrizio Bianchi. Il corteo partito da Largo Cairoli è quasi arrivato al Duomo dove gli studenti insceneranno un flash mob, poi andrà verso il liceo Manzoni per terminare in piazza Vetra.

Non si segnalano problemi di ordine pubblico. Atm ha intanto deviato le principali linee del centro. Presenti delegazioni studentesche anche da Monza e dalla provincia di Milano. Secondo le stime della Digos i manifestanti ora sono circa 500.


A MILANO FLASH MOB STUDENTI IN DUOMO: MOBILITIAMOCI

“Mobilitiamoci” contro una scuola che “ci uccide, ci valuta, ci incasella e non ci ascolta”. A Milano il corteo si è fermato in Duomo, all’angolo con via Torino, per un’azione dimostrativa. Gli studenti hanno srotolato uno striscione che invita appunto a mobilitarsi.
Da Milano, Como e la Brianza i giovani protestano contro la maturità disegnata dal ministro Patrizio Bianchi, di cui chiedono la sparizione della seconda prova con una tesina interdisciplinare. Ma protestano anche contro la ministra dell’Interno Luciana Lamrogese dopo gli scontri di piazza delle scorse settimane. Il corteo è intanto ripartito e sta attraversando via Torino.

“QUASI RIMPIANGIAMO L’AZZOLINA”, LA MANIFESTAZIONE DI BOLOGNA

Da “Bianchi non ci stai tu fra i banchi” a “Anche peggio di prima… quasi rimpiangiamo l’Azzolina“. Sono alcuni dei cartelli portati in piazza Maggiore, a Bologna, dagli studenti di una ventina di scuole superiori che hanno dato vita ad una manifestazione principalmente contro le modalità stabilite per il prossimo esame di maturità: un’assemblea sul Crescentone, a cui hanno preso parte circa 300 ragazze e ragazzi.

Iniziativa nata “al di fuori delle organizzazioni”, ci tiene a precisare Rodolfo Rivolta, studente di quinta al liceo artistico, che racconta di aver fatto partire il tam tam che ha portato alla manifestazione di oggi: “Sentivamo ci fosse il bisogno di far sentire la voce di chi di solito non scende in piazza e gestisce le sue cose all’interno dell’istituto”.

Tra le scuole presenti, spiega sempre Rivola, ci sono Copernico, Aldini, Arcangeli, Archimede, Galvani, Belluzzi, Fermi, Tanari, Majorana, Righi, Minghetti, Sabin e Mattei. “Negli anni scorsi abbiamo avuto l’opportunità di vedere un diverso esame di maturità, che ha sicuramente dato una nuova prospettiva a quello che può essere la fine del percorso delle superiori- sottolinea Rivola- e demonizzare tutto questo con la scusa del tornare alla normalità è anacronistico e scorretto”: in primo luogo “perché alla normalità nessuno ci è ancora tornato”, poi perché non si può fare un passo indietro “semplicemente per tornare nel proprio brodo e gestire le cose come si erano sempre gestite”.

Perché “se è vero che abbiamo avuto tante privazioni- continua lo studente- la pandemia ha portato anche una spinta alla scuola che probabilmente sarebbe arrivata ma molto più a rilento”, a cominciare dalla “forte digitalizzazione” vista negli ultimi due anni.

Il dito è puntato in particolare verso il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi: “Vogliamo spingerlo a ripensare alle sue decisioni e non soltanto utilizzare quelle cure palliative che sono le ultime normative”, afferma Rivola.

Alla manifestazione di oggi ha partecipato anche il collettivo Scuole in lotta, che ha già in cantiere una nuova protesta per venerdì prossimo: si prevede un corteo con ritrovo alle 10 in piazza Aldrovandi. Anche in questo caso nel mirino c’è la maturità, ma anche il Pcto “che ci sfrutta” e altri “problemi strutturali, come i fondi che mancano per l’istruzione e non vengono stanziati- afferma Pietro- quindi ci ritroviamo con spazi fatiscenti che non sono neanche stimolanti per studenti e studentesse”. Nelle scuole, poi, oggi “la socialità non esiste più” e così, aggiunge Pietro, aumentano “il disagio psichico, l’ansia e lo stress che viviamo tutti giorni all’interno del sistema scolastico”.

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