NEWS:

In piazza a Roma solidarietà e impegni contro il golpe in Myanmar

Sit-in dell'associazione Italia-Birmania insieme e dalle sigle sindacali nazionali Cigl, Cisl e Uil, organizzato nell'ambito di un'iniziativa internazionale

Pubblicato:11-02-2021 18:29
Ultimo aggiornamento:11-02-2021 18:48
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

di Brando Ricci

ROMA – “Il popolo birmano è unito sia in patria che all’estero nella lotta non violenta contro il colpo di Stato militare: questa volta andiamo fino in fondo“. A scandire queste parole davanti a decine di persone nella centrale piazza San Silvestro, a Roma, è Yimon Win Pe, della comunità birmana in Italia. L’occasione è un sit-in dell’associazione Italia-Birmania insieme e dalle sigle sindacali nazionali Cigl, Cisl e Uil, organizzato per oggi nell’ambito di un’iniziativa internazionale contro l’intervento dell’esercito che ha rovesciato il governo eletto e trasferito i poteri al comandante in capo Min Aung Hlaing.

LEGGI ANCHE: L’ambasciatore Ue in Myanmar Sabatucci: “A Yangon sfilano in 100mila”


Cecilia Brighi, segretaria dell’associazione promotrice dell’iniziativa, riferisce all’agenzia Dire che “oggi alla stessa ora numerosi sindacati del mondo stanno manifestando affinchè il regime militare non venga riconosciuto” e affinchè “si riconosca invece l’esecutivo eletto” a novembre, guidato dalla National League for Democracy (Nld). Dirigente di spicco del partito nel ruolo di consigliera di Stato, presidente de facto del Paese, la Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi è da dieci giorni in stato di fermo. Brighi sottolinea: “Abbiamo preso appuntamento con la Commissione esteri di Camera e Senato affinchè si possa arrivare a una dichiarazione congiunta per richiedere il ritorno alla democrazia”.

Appelli che trovano riscontri nella parole della deputata del Partito democratico Laura Boldrini, che annuncia l’intenzione del Parlamento di “produrre una risoluzione che richieda il rilascio dei dirigenti del governo arrestati”. Intervistata dalla Dire a margine del sit-in, la parlamentare, che è anche esponente della Comissione esteri della Camera, sottolinea che i militari “devono capire che stanno rischiando l’isolamento” e che al contrario “hanno solo da guadagnare dall’aprirsi agli appelli della comunità internazionale”.

A partecipare oggi anche Susanna Camusso, dirigente della Cgil. I sindacati, dice, stanno “sempre dalla parte di chi ha perduto i diritti e la democrazia e lotta per riottenerli”.

WIN PE (BIRMANI ITALIA): PER LA DEMOCRAZIA FINO IN FONDO

“Questa volta no: diverse volte i militari hanno provato a gettare il Paese nel buio. Questa volta mon lo accettiamo e andiamo fino in fondo con la nostra lotta”. A parlare è Yimon Win Pe, esponente della comunità birmana in Italia, sentita dall’agenzia Dire a margine della manifestazione organizzata a Roma. Secondo l’attivista, il popolo birmano “è molto unito in questo momento contro l’intervento dei militari, sia in patria che all’estero”. Win Pe dice che il popolo “vuole la democrazia una volta per tutte” ed evidenzia che, nonostante da alcuni anni in Myanmar si possa eleggere il governo, “la gente è sempre stata con le mani legate perchè la Costituzione promulgata dalla giunta militare stabilisce che il potere supremo resta comunque nelle mani dell’esercito”. Secondo l’attivista, la Carta fondamentale “deve essere cambiata”.
Win Pe ha ricordato che i birmani “stanno manifestando da giorni in modo non violento, con la disobbedienza civile”. Nel corso del sit-in, che si è svolto nella centrale piazza San Silvestro, i manifestanti hanno intonato una canzone di lotta tradizionale birmana, dal titolo traducibile come ‘Questo è un momento importante”.
I militari hanno rovesciato il governo guidato dalla National League of Democracy (Nld) della consigliera di Stato Aung San Suu Kyi nel giorno in cui era previsto l’insediamento del parlamento eletto a novembre. Giunte militari o uomini forti dell’esercito hanno governato il Paese per decenni, dagli anni ’60 fino al 2011.

BOLDRINI (PD): CON IL GOLPE RISCHIA UN NUOVO ISOLAMENTO

“Ci auguriamo che la pressione della comunità internazionale, che si sta verificando un po’ in tutto il mondo, faccia breccia e faccia comprendere ai vertici dell’esercito birmano che così non funziona e che rischiano una nuova fase di isolamento internazionale”. Così oggi all’agenzia Dire Laura Boldrini, deputata del Partito democratico, intervenuta alla manifestazione.
La parlamentare, esponente della Commissione esteri della Camera, ha evidenziato che le elezioni di novembre, con un’ampia vittoria della Nld, “hanno avuto un esito chiaro”. Secondo Boldrini, “è nell’interesse dell’esercito e del loro popolo aprirsi e avere buoni rapporti con la comunità internazionale”.
La deputata ha annunciato l’intenzione del Parlamento di produrre “una risoluzione per richiedere il rilascio della consigliera di Stato Aung San Suu Kyi, del presidente U Win Mynt e dei deputati della Nld in arresto”.
La manifestazione di oggi, che si è tenuta nella centrale piazza San Silvestro, è stata organizzata dall’associazione Italia-Birmania insieme e dalle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil.

CAMUSSO (CGIL): CON LAVORATORI PER RITORNO DEMOCRAZIA

“Tutto il sindacato è al fianco della diaspora birmana e soprattutto del popolo birmano e dei lavoratori che sono in sciopero e vengono perseguitati. Ovunque si attacchino i diritti umani e la democrazia noi sosteniamo chi lotta per averli”. Così Susanna Camusso, dirigente della Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil), intervistata dall’agenzia Dire a margine della manifestazione organizzata a Roma.
Dai medici e dal personale sanitario fino ai dipendenti del settore dell’energia, le categorie professionali e le loro associazioni di rappresentanza sono tra i principali promotori delle manifestazioni di questi giorni in Myanmar contro il golpe e l’arresto della consigliera di Stato Aung San Suu Kyi e di centinaia tra dirigenti e simpatizzanti del suo partito, la National League for Democracy (Nld).

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it