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Crisi, studio Cgil Tecnè: “Più disuguaglianze e ceto medio più fragile, cresce la sfiducia”

Aumentano le disuguaglianze economiche e la concentrazione della ricchezza, mentre il ceto medio è più fragile e crescono i poveri

Pubblicato:11-02-2017 11:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:53

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ROMA – Come gli studi dimostrano, la crescita economica ha una relazione stretta con la qualità della vita degli individui e con le caratteristiche e le dotazioni dei territori. Il ‘Rapporto sulla qualità dello sviluppo in Italia‘, realizzato da Tecnè e dalla Fondazione Di Vittorio, nasce da queste premesse e – senza alcuna pretesa di esaustività – ha l’obiettivo di misurare lo stato di salute del Paese da uno specifico punto di vista: quello delle disuguaglianze territoriali. L’indice generale – in un anno – scende da 100 a 99, con un peggioramento, in particolare nel nord e nel centro, e con il mezzogiorno che continua a essere in grave ritardo rispetto al resto del Paese. Aumentano le disuguaglianze economiche e la concentrazione della ricchezza.

Il ceto medio è più fragile, aumentano i poveri e i bassi salari, il lavoro è percepito più instabile e nel complesso è più difficile migliorare le proprie condizioni. Tutto ciò si riflette in un sentimento di diffuso pessimismo sul futuro e in una crescente sfiducia economica. In particolare, solo il 31% pensa che la situazione economica dell’Italia migliorerà nei prossimi 12 mesi (era il 44% nel 2015) e se si guarda alla situazione personale appena l’11% si attende un miglioramento (era il 13%).

Non va meglio sul fronte del lavoro: solo il 24% pensa che l’occupazione crescerà (era il 31% nel 2015). Una dinamica che segnala, inoltre, un ripiegamento nel privato e un indebolimento della propensione sociale partecipativa. Il nord, dove è maggiore nel 2016 il calo dell’indice, resta comunque l’area del Paese dove il livello di disuguaglianza economica è inferiore, mentre nel mezzogiorno, sia per quanto riguarda la distribuzione dei redditi che per quanto riguarda la concentrazione della ricchezza, il livello di iniquità sale moltissimo. La fiducia è uno dei motori più importanti della crescita economica, senza la quale non solo diventa difficile fare progetti di vita, ma anche i consumi e gli investimenti tendono a comprimersi o a dilatarsi in attesa di tempi migliori.


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