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ROMA – Le strade di Roma e Milano teatri di tensioni e scontri, nel nome di Ramy Elgaml, il giovane di 19 anni morto a seguito di un incidente in scooter dopo un lungo inseguimento con i carabinieri.
La tragica vicenda ha acceso un’ondata di protesta che, nella serata di sabato, ha raggiunto il quartiere romano di San Lorenzo.
La manifestazione, indetta da studenti e collettivi, ha visto la partecipazione di oltre 400 persone, tra cui il noto fumettista Zerocalcare. Il corteo, iniziato con spirito pacifico, ha visto sfilare striscioni che recitavano: ‘Vendetta per Ramy, la polizia uccide’. Gli animi dei manifestanti si sono fatti presto accesi, dando vita a un lancio di petardi.
DAI CORI AGLI SCONTRI: LE PRIME RICOSTRUZIONI
Il raduno era stato convocato alle 19 in piazza dell’Immacolata, contemporaneamente a una protesta simile a Milano. Tuttavia, dopo pochi minuti, il gruppo ha iniziato a marciare per le strade di San Lorenzo, dirigendosi verso la caserma dei carabinieri in via dei Volsci. A quel punto, i manifestanti si sono trovati davanti uno schieramento di polizia in tenuta antisommossa. Da qui sono partiti i primi lanci di petardi, bottiglie e fumogeni, raccolti dai cassonetti della raccolta differenziata.
Gli scontri sono stati intensi: petardi e bombe carta hanno colpito agenti e danneggiato veicoli della polizia, con il vetro di un blindato mandato in frantumi.
Un poliziotto è rimasto ferito al volto da un petardo ed è stato trasportato in ospedale, mentre altri tre colleghi hanno riportato lesioni più lievi. Gli scontri si sono protratti fino alla piazza dei Sanniti, con il corteo che successivamente si è diretto verso Porta Maggiore, sempre seguito dalle forze dell’ordine.
Durante i disordini, un gruppo di manifestanti ha preso di mira un supermercato in via Tiburtina con bombe carta e fumogeni. I dipendenti, spaventati, hanno abbassato le saracinesche e si sono barricati all’interno.
In merito ai disordini, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato:
“I disordini e gli attacchi alle Forze di Polizia che negli ultimi due giorni si sono verificati in varie città italiane dimostrano, ancora una volta, l’esistenza e la pericolosità di soggetti organizzati che strumentalizzano ogni tema, fatto o episodio, perfino una dolorosa tragedia come quella del giovane Ramy, soltanto per seminare violenza.
Queste aggressioni devono essere condannate da tutti, senza indecisioni o speciosi distinguo, anche per sostenere un clima di fiducia nei confronti delle nostre Forze di Polizia, che sono tra le migliori al mondo, che offrono standard altissimi di professionalitĂ , si prodigano con passione e impegno e certamente non possono essere sottoposte a giudizi sommari o aggressioni in piazza.
In un Paese maturo e avanzato come il nostro dovrebbe essere parte di una cultura condivisa la consapevolezza che non fermarsi a un alt delle Forze dell’Ordine o cercare il confronto violento con chi rappresenta lo Stato non è solo una grave violazione della legge, ma è anche un comportamento pericoloso per sé e per gli altri, che mina la sicurezza dei cittadini e la convivenza civile. Chi non parte da queste considerazioni rischia irresponsabilmente di alimentare l’idea che tali condotte siano talvolta giustificabili e che possano essere messe sullo stesso piano dell’impegno di poliziotti o carabinieri, spesso costretti a operare in momenti e situazioni difficili e concitate, anche a rischio della loro stessa incolumità .
Né il diritto di manifestare può mai essere usato come scusa per atti di violenza, intimidazione o per sfidare l’autorità dello Stato.
A fronte di questi comportamenti ignobili e pericolosi, come Ministro dell’Interno esprimo piena solidarietà e totale sostegno alle donne e agli uomini delle Forze di Polizia, sottolineando che chi si macchia di queste azioni vergognose, a partire da quelle poste in essere nelle ultime occasioni, sarà perseguito con la massima determinazione”.
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