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VIDEO | Covid, il neurochirurgo Cappabianca: “Peste del secolo ma anche grande opportunità”

"Oggi la neurochirurgia funzionale non può fare a meno di rapporti strettissimi con l'ingegneria, la statistica, la matematica, la radiologia" dichiara alla Dire il presidente della Sinch e direttore della divisione di Neurochirurgia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II

Pubblicato:11-01-2021 15:32
Ultimo aggiornamento:12-01-2021 19:31

Paolo Cappabianca_neurochirurgo Federico II
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NAPOLI – “A proposito di formazione, comunicazione e informazione, il Covid, che sicuramente è stata la peste di questo secolo iniziato in maniera improvvida, rappresenta una grande opportunità perché ha messo a nudo il disagio della nostra struttura sociale, il disagio formativo, quello conoscitivo, quello culturale. Questo, paradossalmente, si può tramutare in una grande opportunità. Conoscere tutti i buchi del sistema dà alle generazioni che siano impegnate, che abbiano fame, voglia, passione e slancio la possibilità di ricostruirlo”. Commenta così l’emergenza sanitaria in atto il presidente della Società italiana di Neurochirurgia (Sinch) e direttore della divisione di Neurochirurgia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Paolo Cappabianca, in un’intervista rilasciata alla agenzia di stampa Dire.

La telemedicina – evidenzia il neurochirurgo – si è rivelata, in questa fase, assolutamente necessaria e si è rivelata un complemento, un supplemento, a quello che era il contatto interpersonale con l’ammalato e fra medici, fra professionisti. È uno degli elementi che certamente va sviluppato e che non andrà a sostituire il rapporto interumano, è fondamentale che non sia sottovalutata e non sia sopravvalutata”.

CAPPABIANCA: “INDISPENSABILE LA COLLABORAZIONE TRA NEUROCHIRURGIA E ALTRI SETTORI SCIENTIFICI”

Le linee guida che hanno ispirato il programma che ho presentato ai soci della Società italiana di Neurochirurgia – sottolinea il presidente della Sinch – sono essenzialmente improntate alla formazione ed alla conoscenza come strumenti di progresso nel campo della neurochirurgia e delle generazioni del futuro, ma anche di quelle che già praticano il campo da anni perché oggi le informazioni si aggiornano, si implementano e si stravolgono nell’arco di pochissimo tempo, non più in decenni“.


Per questa ragione – prosegue -: “Le dorsali lungo cui si muove la Sinch sono legate alla collaborazione con altri settori scientifici. Oggi la neurochirurgia funzionale più che mai non può fare a meno di rapporti strettissimi con l’ingegneria, la statistica, la matematica, la radiologia. Si parla, ad esempio, di radiomica e cioè la possibilità di interpretare già dalle immagini radiologiche settori strettamente biologici e molecolari dall’analisi di campioni enormi di dati. Questa collaborazione con le altre discipline – sostiene Cappabianca – non è solo benefica, è indispensabile”.

“TRATTARE TUMORI CEREBRALI CONOSCENDO MECCANISMI MOLECOLARI”

Entrando molto più nello specifico e ragionando sui possibili scenari futuri, il direttore di Neurochirugia dell’università Federico II di Napoli precisa che, ad esempio, “le frontiere della Sinch nel trattamento dei tumori cerebrali non possono prescindere dalle tecniche e dalle tecnologie, ma devono essere precedute dalla conoscenza dei meccanismi molecolari di base che sono alla radice di queste patologie”. Concludendo la sua intervista inoltre Cappabianca mette in luce come “In alcuni Paesi che investono più di noi, ad esempio gli Stati Uniti, i neurochirurghi sono regolarmente iscritti a programmi di scienze di base proprio nelle prime fasi della loro formazione. Quello dello scienziato e del chirurgo di sala operatoria, dunque, non sono due elementi separati, ma affiancati e addirittura quello biomolecolare quasi sempre precede quello professionale in sala operatoria”.

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