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Ignazio Marino, condanna a due anni per il ‘caso scontrini’: “Sentenza dal sapore politico”

I giudici di appello ribaltano la sentenza di primo grado, condannando l'ex sindaco di Roma le spese del Campidoglio

Pubblicato:11-01-2018 16:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:20
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ROMA – Ignazio Marino condannato a due anni per peculato e falso: è questa la decisione dei giudici d’appello nel processo sulle ‘spese pazze’ effettuate dall’ex sindaco di Roma con la carta di credito del comune.

Secondo i giudici, che hanno ribaltato la sentenza di assoluzione emessa in primo grado, Ignazio Marino avrebbe utilizzato il conto del Campidoglio per pagare cene ad amici e parenti, per un totale di oltre tredicimilamila euro.

L’ex sindaco della capitale è stato invece assolto per il reato di truffa riguardante i presunti pagamenti irregolari a un dipendente della sua Onlus Imagine.


Secondo l’accusa, che aveva chiesto la condanna a due anni e sei mesi, “26 delle 54 cene avvennero in giorni festivi o prefestivi”, in momenti ritenuti quindi “liberi da impegni istituzionali”.

MARINO: SENTENZA INCOMPRENSIBILE E SENZA LOGICA, FARÒ RICORSO

“La Corte di Appello di Roma oggi condanna l’intera attività di rappresentanza del sindaco della Città Eterna. In pratica i giudici sostengono che in 28 mesi di attività, il sindaco non abbia mai organizzato cene di rappresentanza ma solo incontri privati”. Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, commenta la sentenza di condanna a due anni di reclusione

“Un dato- aggiunge Marino- che contrasta con la più ovvia realtà e la logica più elementare. Non posso non pensare che si tratti di una sentenza dal sapore politico proprio nel momento in cui si avvicinano due importanti scadenze elettorali per il Paese e per la Regione Lazio”.

“Sono amareggiato- conclude- anche se tranquillo con la mia coscienza perché so di non aver mai speso un euro pubblico per fini privati. Con lo studio Musco continuerò la mia battaglia per la verità e la giustizia in Cassazione”.

LEGALE MARINO: SENTENZA PRIVA QUALSIASI FONDAMENTO RAZIONALE

“Riservandomi un commento approfondito dopo la lettura delle motivazioni, non posso non evidenziare come la sentenza di condanna del Prof. Marino appare priva di qualsiasi fondamento razionale e giuridico”. Lo dichiara il Professor Enzo Musco, avvocato difensore di Ignazio Marino.

“Una sentenza in evidente conflitto con quanto emerso dalle indagini della Procura così come già riconosciuto dal Giudice di primo grado. Con il mio assistito ricorrerò in Cassazione confidando in una valutazione aliena da sospetti di natura politica”.

“Non posso esimermi dal rilevare come questa condanna condizioni la formazione delle liste per le imminenti elezioni politiche e quindi i relativi risultati”, conclude il legale.

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