
ROMA – Tasse, universitarie e non. Leggi, l’intera classe politica o chi usa il cellulare pure al cinema. Siamo in campagna elettorale, tutti i rappresentanti di tutti i partiti fanno ormai a gara nel promettere abolizioni, cancellazioni, rivisitazioni: dalle tasse universitarie all’obbligo dei vaccini, al finanziamento ai partiti, alla legge Fornero, è tutto un promettere, garantire.
Quale migliore occasione per i social per lanciare hastagh dedicati? E infatti ne sono spuntati due: #aboliamoqualcosa e #abolisciqualcosa che, tra sorrisi e amare verità, stanno spopolando su Twitter.
Per Maice, per esempio, “Renzi abolirà il mal di testa. Berlusconi il ciclo mestruale“. Ikek, invece, fa giù duro: “Abolirei tutta la classe politica”. Stesso metodo ma diverso obiettivo per Emil Spada: “Aboliamo i rompiballe che al cinema usano il telefono”. Tropicarry abolirebbe i brufoli “che spuntato proprio prima di qualche evento importante, o meglio i brufoli in generale”.
Antonio Ognissanti, invece, attacca proprio le promesse elettorali: “ABOLIAMO LE PROMESSE ELETTORALI, non ne possiamo più di sentire personaggi della vecchia e nuova politica di promettere delle cose per lo più irrealizzabili buone solo per prendere in giro le persone”.
E Carlo Mario pure: “Aboliamo la campagna elettorale: silenzio per tre mesi prima della data, nulla in TV, radio, giornali”. Simona Cortopassi, invece, se la prende con…i negozi d’abbigliamento: “Se mi votate abolisco il numero massimo di capi da provare nei camerini“.
Sull’argomento è intervenuto pure Babbo Natale: “Abolirei tanto volentieri questa dannata usanza di dovermi calare giù dal camino, visto che esistono le porte!”.

Viperetta show alla presentazione della ‘quarta gamba’ del centrodestra
11 gennaio 2018
Nessun commento
Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero: “Ho molti amici qua dentro”

Una campagna elettorale di abolizioni, la politica cancella se stessa
10 gennaio 2018
Nessun commento
Mancano poco meno di due mesi al voto e, per ora, è tutta una campagna elettorale all’insegna dell’abolizione
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it