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Aeroporto Bologna, le aziende rompono il tavolo su Alpina: l’accordo salta

I sindacati: "Aeroporto è ostaggio dei privati". E chiedono l'intervento dell'Enac

Pubblicato:11-01-2018 07:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:20
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BOLOGNA – Fumata nera per i 36 lavoratori di Alpina, la cooperativa incaricata dei servizi di carico-scarico bagagli dell’Aeroporto di Bologna.

E ora i sindacati, annunciando che stavolta sono state le aziende a rompere il tavolo di trattativa, chiedono che l’Enac intervenga.

Le tre aziende handler dell’Aeroporto (Gh Bologna, Aviation service e Avia partner) non hanno accettato l’accordo proposto dai sindacati e sostenuto dalle istituzioni durante l’incontro di oggi nella sede della Città metropolitana nella persona dell’assessore comunale all’Economia Matteo Lepore.


Il nodo da sciogliere era quello relativo a sei lavoratori, individuati dall’azienda (“tra i cinque e i 10”, precisano invece i sindacati), che rischiavano di essere lasciati a casa perché in età vicina alla pensione e con limitazioni fisiche. Gli altri invece avrebbero mantenuto il posto. I sindacati chiedevano degli incentivi per far lasciare il lavoro a questi sei, le aziende non hanno accettato. Così adesso tutti e 36 i dipendenti di Alpina sarebbero a rischio “perché le aziende, che fatturano milioni, non hanno voluto sborsare poche migliaia di euro di incentivi” per quei dipendenti.

Oltretutto, i sindacati sottolineano come sia stata l’azienda “a decidere il numero dei lavoratori da escludere a priori”.

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E ora è una corsa contro il tempo per cercare di porre rimedio a questa situazione: il 12 gennaio infatti termineranno i 45 giorni dall’apertura della procedura di mobilità, e il 15 scadrà il contratto d’appalto di Alpina.

Insomma, il rischio per i sindacati è che Alpina tra pochissimi giorni confermi il licenziamento di tutti i dipendenti.

Intanto, “il 19 gennaio faremo sciopero- annuncia Valeria Mascoli, segretario della Filt-Cgil di Bologna- nel frattempo attendiamo un segnale dalle aziende e dalle istituzioni”.

In particolare si auspica l’intervento di Enac, presente all’incontro ma senza intervenire, e dell’Aeroporto, che dovrà subire i disagi causati dallo sciopero di venerdì prossimo dovuto alle “scelte scellerate” delle aziende.

“L’Aeroporto non può rimanere ostaggio di società private- attacca Carmelo Massari della Uil Emilia-Romagna- i lavoratori erano perfino disposti a rinunciare all’indennità di preavviso a favore dei sei colleghi per una buona riuscita della vertenza, si parla di circa 1.000 euro ciascuno, un sacrificio enorme”.

Dello stesso avviso è Vincenzo Curcio, segretario della Fit-Cisl di Bologna: “Se continuiamo così, dal 15 gennaio non ci saranno più gli addetti al carico-scarico al Marconi. La società Aeroporto, che tra l’altro è pure quotata in borsa, non se ne preoccupa?”. E chiosa: “Nessun accordo se non è prevista la piena occupazione”.

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