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Rete: “Noi opposizione per Governo e Dc-Ps-Psd”

SAN MARINO - Rete è più "grande", dentro e

Pubblicato:11-01-2017 18:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:47

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SAN MARINO – Rete è più “grande”, dentro e fuori Palazzo Pubblico. Per fissare il punto sulla crescita del movimento, divenuta seconda forza politica del Paese dopo le ultime elezioni, si terrà domani alla sala Montelupo di Domagnano l’assemblea di Rete, dal titolo “Tre/per/quattro/dodici”. A spiegarne il significato è, nell’incontro odierno con i cronisti, Gloria Arcangeloni: “Abbiamo triplicato il numero di consiglieri in base ai risultati del primo turno, siamo il secondo gruppo politico nello scenario sammarinese dopo la Dc- sottolinea- non possiamo che condividere questo momento con la nostra assembla che è cresciuta insieme a noi ed è il punto di riferimento della nostra base”.

I risultati ottenuti sono “il proseguimento del percorso di Rete- continua Arcangeloni- per arrivare ad essere il primo partito di San Marino”. L’Assemblea di domani è anche l’occasione per presentare agli aderenti il nuovo gruppo consiliare e il rinnovo delle cariche su cui il movimento conferma la volontà di “ricambio”. Tra le novità infatti, la nomina del nuovo capogruppo, Roberto Ciavatta, che prenderà il posto fino ad oggi in capo ad Elena Tonnini. Non solo, l’assemblea affronterà anche il nuovo ruolo di Rete “all’opposizione del governo ma anche opposizione nell’opposizione”, spiega Andrea Giani, marcando la distanza sia dall’attuale maggioranza che dal resto della minoranza Dc-Psd-Ps. Distanza confermata anche nell’ultimo ufficio di presidenza, riunito ieri in cui, spiega Elena Tonnini, “c’è stata polemica sul discorso dei componenti delle commissioni”, in riferimento al mantenimento dei 15 membri, rispetto alla proposta di aumentarli per garantire più rappresentanti a Rete. “Continueremo ad avere un membro interno alle commissioni permanenti- spiega Tonnini- perchè avere un membro in più dell’oppozione fa un po’ paura a questo governo che aveva annunciato di voler dare maggior peso alla minoranza”. Tonnini lamenta quindi che con “l’accordo trovato tra Dc-Psd-Ps e il nuovo governo sul numero dei componenti delle Commissioni è di fatto mancato il rispetto della proporzionalità”.


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