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Gli astronomi di Bologna ora pesano le stelle. E stanano le ‘false magre’

BOLOGNA - Una "bilancia cosmica" per smascherare le stelle "false magre" che si nascondono all'interno degli ammassi globulari

Pubblicato:11-01-2016 13:13
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:46

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BOLOGNA – Una “bilancia cosmica” per smascherare le stelle “false magre” che si nascondono all’interno degli ammassi globulari galattici. È il nuovo strumento ideato da un team di ricercatori dell’Università di Bologna, guidato da Francesco Ferraro, docente al dipartimento di Fisica e astronomia, in collaborazione con l’Osservatorio astronomico di Bologna dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica). Realizzato nell’ambito del progetto Cosmic-Lab, finanziato con quasi due milioni di euro dall’Unione europea, questo nuovo metodo di misurazione permette di calcolare con precisione la massa delle stelle: parametro fondamentale per determinare l’evoluzione di un astro e capire quale sarà il suo destino finale. E c’è già un primo, notevole, risultato: grazie alla “bilancia cosmica”, i ricercatori bolognesi sono finalmente riusciti a “smascherare” una ‘Blue straggler star’ evoluta, particolare tipologia di stella di cui si sa ancora molto poco.

stelle3Ribattezzate in italiano ‘Vagabonde blu’, le Blue straggler star (Bss) sono stelle massicce (tra 1,2 e 1,6 masse solari) che si trovano ancora all’inizio della loro vita. Si trovano all’interno di ammassi globulari, agglomerati di migliaia o anche milioni di stelle nati circa 13 miliardi di anni fa, più o meno l’età dell’Universo, ma si comportano in modo diverso dalle altre stelle che fanno parte degli ammassi, che hanno un normale ciclo di crescita e poi lentamente rimpiccioliscono, trasformandosi in nane bianche o buchi neri. Loro, le ‘Vagabonde blu’, no. Rimangono all’interno degli ammassi globulari ma diventano indistinguibili dalle altre stelle, e questo è anche il motivo per cui fino a oggi era stato così difficile studiarle.

stelleIl modo in cui queste stelle si siano create è un mistero, ma secondo gli astronomi sono riuscite ad aumentare la propria massa scontrandosi con altre stelle o ‘mangiandole’ (gli astronomi parlano di “vampirismo”, ossia trasferimento di materia da una compagna). Poco si sa, però, del comportamento di queste stelle in fase di vita avanzata. Anche perchè finora si perdevano di vista: se durante la loro sequenza principale sono infatti facilmente identificabili perchè hanno un colore e producono una luce particolare (dovuta alla reazione termonucleare che converte idrogeno in elio nel nucleo), dopo diventano indistinguibili dalle altre stelle dell’ammasso e quindi se ne perdevano le tracce. Ma la ‘bilancia cosmica’ inventata dall’Alma mater ora non se le farà più sfuggire: una l’ha già individuata, grande quattro volte il Sole, nell’ammasso globulare 47 Tucanae.


stelle4“L’approccio elaborato è molto potente in quanto permette di stimare in modo accurato differenze di massa tra stelle, indipendentemente dal fatto che esse siano ‘normali’ o ‘anomale’- spiega Davide Massari dell’Osservatorio astronomico di Bologna dell’Inaf – minimizzando così possibili incertezze ed errori dovuti allapplicazione di metodi differenti”. La scoperta, afferma Francesco Ferraro, “non solo coincide con una nuova identificazione di Bss evoluta, ma apre anche una nuova frontiera per lo studio di questi oggetti, proponendo un metodo spettroscopico capace di riconoscere stelle più massicce in un mare di astri con luminosità e colori del tutto equivalenti”. Grazie al nuovo metodo, si potranno “ottenere rapidamente grandi campioni di Bss evolute, permettendo finalmente uno studio sistematico di questi astri anche in fasi evolutive avanzate, finora completamente inesplorate”, conclude Emilio Lapenna, ricercatore Unibo co-autore della ricerca.

 

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