Getting your Trinity Audio player ready...
|
NAPOLI – Altair Iannicelli aveva 39 anni e lavorava in subappalto alla Edil San Felice, azienda campana. E’ morto travolto e ucciso da un tir lungo la corsia sud della A1 nei pressi di Cassino, in provincia di Frosinone. L’operaio era impegnato in alcuni lavori di manutenzione. Sul posto sono giunte le forze dell’ordine e i sanitari ma il 39enne residente in Campania, stando ai primi accertamenti, sarebbe morto sul colpo.
Come spiega la Cgil in una nota, Iannicelli era sposato con figli piccoli, ed era dipendente diretto dell’azienda campana Edil San Felice.
Sui social si moltiplicano i messaggi di cordoglio alla famiglia. In evidenza quelli provenienti da Tufino, comune di quasi 4mila abitanti della città metropolitana di Napoli, dove l’uomo risiedeva. “La nostra comunità – si legge nel post Facebook di Uniti per Tufino – piange la perdita di uno dei suoi figli, ci stringiamo al dolore che ha colpito le famiglie Iannicelli e Menna per la tragica e prematura scomparsa del caro Altair”. Anche la locale squadra locale di calcio a 5, l’Asd Real Tufino 5, ha sospeso tutte le sue attività per lutto esprimendo, si legge su Fb, “il proprio profondo cordoglio e si stringe attorno alla famiglia del caro scomparso”.
“Sono ormai quasi 90 le persone che hanno perso la vita mentre svolgevano il proprio lavoro nel Lazio, 17 in più rispetto lo scorso anno. L’incremento più alto registrato in Italia, che fa del Lazio la regione in cui è diventato più pericoloso lavorare, soprattutto per chi lavora in strada. Il Lazio, infatti, è anche maglia nera per tasso di mortalità sulle strade: 6,0 contro la media nazionale del 5,2″, commenta, in una nota, l’accaduto Natale Di Cola, segretario generale di Cgil Roma e Lazio. “Alle istituzioni – aggiunge – chiediamo di fare la loro parte, a partire dalla Regione Lazio che deve rafforzare l’attività ispettiva e preventiva”.
“Nell’esprimere il cordoglio e la vicinanza ai familiari del lavoratore che ha perso la vita e nell’attesa che si accerti la dinamica dei fatti”, Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania, evidenzia come “ancora una volta è proprio nella catena degli appalti e dei subappalti che si muore sul lavoro. Con la vittima di oggi e quella di ieri a Calenzano, sono più di 70 i lavoratori campani vittime di incidenti sul lavoro”.
“Nel mentre, il Governo, anziché intervenire per fermare la strage, pensa di modificare il codice degli appalti facendo venire meno la corretta applicazione dei Contratti collettivi nazionali di lavoro, favorendo il dumping, la concorrenza sleale, la riduzione dei salari e delle tutele in salute e sicurezza. Oltre a ridurre la trasparenza e la legalità. Scelte – ancora i due sindacalisti – che andranno a colpire le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare e le imprese serie e su cui ci mobiliteremo per fermarle”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it