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Johnson&Johnson: “Nostro vaccino dopo due dosi Pfizer dimostra valore del richiamo eterologo”

L'azienda rende noto che uno studio indipendente ha dimostrato che una terza dose dopo le prime due con Pfizer aumenta le risposte anticorpali e quelle delle cellule T

Pubblicato:10-12-2021 13:52
Ultimo aggiornamento:10-12-2021 13:53
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Johnson & Johnson
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ROMA – “Johnson&Johnson ha annunciato i risultati preliminari di uno studio indipendente, che include un sottoinsieme di partecipanti allo studio ‘COV2008’ promosso da Janssen, condotto da Dan Barouch, M.D., Ph.D., et al. del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC), che ha dimostrato che un richiamo del vaccino di Johnson&Johnson contro il Covid-19 (Ad26.COV2.S), somministrato sei mesi dopo un regime primario a due dosi di BNT162b2 (il vaccino di Pfizer, ndr), ha aumentato sia le risposte anticorpali che quelle delle cellule T. Questi risultati dimostrano i potenziali benefici del richiamo eterologo (misto). L’articolo che descrive questi risultati è stato pubblicato su ‘MedRxiv'”, si legge nella nota diffusa da Johnson & Johnson.


“Ci sono delle prime prove che suggeriscono che un approccio di richiamo eterologo può fornire agli individui risposte immunitarie diverse contro il Covid-19 rispetto ad un approccio di richiamo omologo – ha dichiarato Dan Barouch, M.D., Ph.D., direttore del Centro di Virologia e Ricerca sui Vaccini al BIDMC -. In questo studio preliminare, quando una dose di richiamo di Ad26.COV2.S è stata somministrata agli individui sei mesi dopo un regime primario con il vaccino BNT162b2, c’è stato un aumento comparabile delle risposte anticorpali alla quarta settimana dopo il richiamo e un maggiore aumento delle risposte delle cellule T CD8+ con Ad26.COV2.S rispetto a BNT162b2″.


“Questi risultati forniscono preziosi indizi di carattere scientifico per il nostro vaccino quando viene usato come richiamo eterologo e possono contribuire a orientare le strategie di richiamo con l’obiettivo di frenare la pandemia – ha dichiarato Mathai Mammen, M.D., Ph.D., Global Head, Janssen Research & Development, Johnson & Johnson -. Questi dati si aggiungono al complesso crescente di evidenze che dimostrano che una dose di richiamo di Johnson&Johnson contro il Covid-19 aumenta con successo le risposte umorali e le risposte cellulari contro il ceppo originale di SARS-CoV-2, così come contro le varianti Beta e Delta“.


Questi dati di fase 2 sono “supportati dai risultati preliminari dello studio clinico britannico COV-BOOST pubblicato su ‘The Lancet’, che ha dimostrato che dopo la vaccinazione primaria con due dosi di BNT162b2 (n=106) o ChAdOx1 nCov-19 (n=108, Astrazeneca, ndr), una dose di richiamo del vaccino di Johnson&Johnson contro il Covid-19 ha aumentato sia le risposte anticorpali che quelle delle cellule T”, conclude l’azienda.

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