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Allarme Bankitalia: “Donne più istruite degli uomini, ma talenti non sfruttati”

"Ci sono oltre 8 milioni di donne attualmente inattive e la parità di genere nel mercato del lavoro è ancora lontana", dice il governatore Ignazio Visco

Pubblicato:10-12-2019 17:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:44

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ROMA – I ‘talenti’ femminili italiani non sono sufficientemente valorizzati e la parità di genere nel mercato del lavoro è ancora lontana. Oggi l’allarme arriva dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che ne ha parlato intervenendo al convegno della rivista Economia Italiana ‘Gender gaps in the Italian economy and the role of public policy’. “La rilevanza dello scarso utilizzo dei ‘talenti’ femminili in Italia- ha affermato Visco- si comprende esaminando soprattutto i dati relativi al livello di istruzione che, per le nuove generazioni, vede le donne ormai in vantaggio rispetto agli uomini. Nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni il 30 per cento delle donne possiede un titolo di istruzione terziaria, a fronte del 20 per cento per gli uomini”. Questo divario, ha proseguito Visco, “riflette la forte crescita della quota femminile tra i nuovi laureati: pari a meno della metà nel 1990, ha raggiunto quasi il 60 per cento negli anni più recenti”.

“Il percorso scolastico e accademico delle giovani donne è inoltre caratterizzato da esiti spesso migliori rispetto a quelli dei loro coetanei. Secondo diverse rilevazioni (quali PISA e INVALSI), bambine e ragazze adolescenti ottengono nella comprensione dei testi – un fattore chiave in tutti gli ambiti disciplinari – punteggi mediamente più elevati dei loro compagni”. Anche il ritardo nei percorsi scolastici è “un fenomeno sempre più maschile: l’indagine di AlmaDiploma relativa al 2018 rivela che, in ogni tipologia di scuola superiore, le donne ottengono un voto di diploma più alto e hanno percorsi scolastici più regolari.

Risultati analoghi emergono dall’indagine di AlmaLaurea sui laureati del 2018: nella maggior parte degli indirizzi di studio, il percorso formativo delle donne si conclude con votazioni in media più elevate e in tempi più contenuti”, ha sottolineato il governatore.



“ITALIA ULTIMA IN UE PER PARITÀ GENERE NEL LAVORO”

“Il raggiungimento della parità di genere nel mercato del lavoro è, tuttavia, ancora lontano. In Italia il tasso di partecipazione femminile registrato nel 2018, pari al 56 per cento, è il più basso tra i 28 paesi dell’Unione europea”, ha detto ancora Visco. “Il divario rispetto alla partecipazione maschile, storicamente elevato, resta ampio anche nelle coorti più giovani: è pari a circa 17 punti percentuali nella fascia di età 25-34 anni, solo due punti in meno del differenziale osservato per il totale della popolazione in età lavorativa. Le donne, inoltre, guadagnano significativamente meno degli uomini e hanno maggiori difficoltà a raggiungere posizioni apicali sia nel settore privato sia in quello pubblico”, ha sottolineato.

“OLTRE 8 MLN INATTIVE, CRESCITA PASSA DA LORO”

“Per l’Italia la crescita potenziale prevista per i prossimi anni dipende fortemente dalle ipotesi circa la partecipazione femminile, che ne risulta essere un motore fondamentale”, ha spiegato ancora Visco al convegno della rivista Economia Italiana ‘Gender gaps in the Italian economy and the role of public policy’. “Essa rileva in termini quantitativi, poiché vi sono oltre 8 milioni di donne attualmente inattive, ma è importante anche in termini qualitativi. Le donne, infatti, hanno livelli d’istruzione elevati e posseggono competenze e abilità, quali quelle riguardanti le relazioni interpersonali e la comunicazione, che nel mondo del lavoro di oggi sono considerate cruciali. Non avvantaggiarsene- ha continuato- rappresenta per la nostra economia una grave inefficienza; nei prossimi anni, infatti, i settori meno caratterizzati da lavori ad alta intensità fisica rappresenteranno una quota sempre più alta dell’attività produttiva”.

“WELFARE ITALIANO ALIMENTA SQUILIBRIO GENERI”

“L’attuale sistema di welfare italiano tende ancora a riflettere e ad alimentare lo squilibrio tra i generi nella ripartizione delle responsabilità familiari. Il sostegno alle famiglie, soprattutto nell’alleviare il peso dei carichi di cura attraverso l’offerta di servizi, resta poco generoso, nonostante i miglioramenti apportati negli ultimi anni”, ha detto ancora il governatore della Banca d’Italia. “Promuovere un circolo virtuoso tra occupazione femminile e fecondità è un obiettivo sempre più urgente”, ha ricordato.

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