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Spazio e gender gap, la ‘diversity’ fa crescere l’azienda

Finora "la diversità femminile è stata messa in disparte, ma con la New Space economy viene rivalutata"

Pubblicato:10-12-2019 15:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:44

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ROMA – Donne e New Space Economy, cos’hanno in comune? Parte da questa domanda la presentazione di Annamaria Nassisi, fisico e manager of strategic marketing di Thales Alenia Space, oltre che membro dell’associazione Women in Aerospace Europe, durante il primo giorno di Nse – New Space Economy European Expoforum alla Fiera di Roma.

La risposta sta nel “cambiamento e nella diversità come punto di forza”, spiega Nassisi, che, numeri alla mano, dimostra come una politica aziendale volta al superamento del gender gap produca benefici.

“Le donne sono il 50,7% della popolazione- spiega- ma nel mondo aerospaziale rappresentano appena il 20% della forza lavoro. In Thales Alenia Space abbiamo l’obiettivo di avere il 30% delle posizioni di leadership ricoperte da donne, di puntare al 40% di nuove risorse umane di sesso femminile e di avere almeno tre donne al livello esecutivo”.


Parametri non casuali, che arrivato dopo lo studio della ‘diversity’, non solo di genere, come fattore di sviluppo che produce benefici. “Il 57% delle società che adottano una diversity policy riscontrano soddisfazione dal cliente, il 58% soddisfazione dal personale, il 69% registrano un miglioramento nella reputazione del brand e la loro crescita è imputabile nel 12% dei casi all’abbattimento delle disuguaglianze”.

Nel caso specifico delle donne, la chiave è nella promozione di un ‘female role model’: “Le donne non devono puntare al modello maschile, ma portare in azienda le loro specificità. Da questa diversità nasce la ricchezza. Non si tratta di aumentare il numero di donne, ma di dare loro spazio di espressione”.

Finora “la diversità femminile è stata messa in disparte, ma con la New Space economy viene rivalutata”, spiega ancora Nassisi. Le donne “portano capacità di ascolto,un approccio mentale aperto e uno spiccato grado di problem solving”.

Il problema più ostico?: “Il coinvolgimento degli uomini. Ci sono tanti pregiudizi, non tutti espliciti. E c’è una paura dell’uomo di perdere potere”, conclude.

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