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Rifiuti, raccolta differenziata in calo a Roma

La fotografia l'ha scattata l'Ispra nel suo consueto rapporto annuale sulla produzione dei rifiuti urbani sui dati relativi al 2018

Pubblicato:10-12-2019 10:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:44

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ROMA – Dopo 6 anni di costante crescita, nel 2018 per la prima volta e’ calato il dato sulla raccolta differenziata a Roma. La fotografia l’ha scattata l’Ispra nel suo consueto rapporto annuale sulla produzione dei rifiuti urbani (edizione del 2019 con dati relativi al 2018).

“La percentuale di raccolta differenziata e’ del 42,9%, in leggera flessione rispetto al 43,2% del 2017- si legge nel report dell’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale- Dopo l’incremento di quasi 18 punti tra il 2011 e il 2016 (dal 24,2% al 42%) la percentuale di raccolta non ha mostrato progressi nell’ultimo biennio“.

“Nel 2018 la produzione dei rifiuti del Comune di Roma e’ pari a 1,7 milioni di tonnellate, con una crescita del 2,5% rispetto al 2017. Il valore pro capite supera i 600 chilogrammi per abitante per anno, attestandosi a 605 chilogrammi (quasi 18 chilogrammi per abitante in più rispetto al 2017”, si legge ancora nel report.


Nel 2018, fino a esattamente un anno fa, era ancora in funzione a Roma il tmb Ama Salario, per questo nella scheda dell’Ispra si legge che “nel Comune di Roma sono presenti 4 impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani che hanno gestito oltre 760mila tonnellate di rifiuti indifferenziati e 3 impianti di trattamento meccanico che hanno trattato poco più di 100mila tonnellate di rifiuti indifferenziati e 140mila tonnellate di altre frazioni dei rifiuti urbani”.

Ancora, sempre nell’anno passato “circa 10mila tonnellate sono state esportate dal Comune verso la Germania per la successiva valorizzazione energetica. Nel territorio comunale sono presenti 8 impianti di compostaggio che trattano circa 44mila tonnellate. La raccolta della frazione organica (umido+verde) del Comune di aroma, nel 2018, e’ pari a 258mila tonnellate. Oltre 200mila tonnellate vengono, dunque, inviate fuori regione per il trattamento (in Friuli Venezia Giulia e Veneto per la gran parte)”.

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