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Pd, Merola: “Non penso ci sia alternativa a Renzi segretario”

Intervistato dall'Unità, il sindaco di Bologna dice la sua sulla crisi di governo, il congresso del Pd e "Campo Democratico"

Pubblicato:10-12-2016 15:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:24

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V. Merola


BOLOGNA – “Non penso che ci sia un’alternativa a Renzi segretario, ma il Pd deve guardare più a sinistra. Si vedrà al congresso, perché la prospettiva per me non è quella di creare due partiti. Si sta insieme con idee diverse, basta con questa vocazione della sinistra italiana a dividersi, è una dannazione”. Così Virginio Merola, sindaco di Bologna, ha risposto all'”Unità” che oggi lo intervista per comprendere i contorni del suo progetto di un ‘nuovo Ulivo’.

E’ lo stesso sindaco, nella sua newsletter, a segnalare di aver risposto alle domande del giornale per “chiarire ulteriormente i contorni di questo progetto che deve aprire un campo largo di centrosinistra”. L’idea cioè “alla quale sto lavorando da un paio di mesi con l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia e con altri esponenti del centrosinistra, di un campo progressista“.


Se ne parlerà nell’iniziativa a Bologna di lunedì 19 dicembre. Romano Prodi, viene chiesto al primo cittadino, appoggia questo progetto quasi ulivista? “Ne ho parlato con lui, lo trova interessante ma ribadisce che si è ritirato a vita privata. Non verrà il 19 perché non vuole riprendere l’attività politica”. E Merola: si candiderà nel Pd rinnovato? “Farò il sindaco fine a fine mandato, non ho intenzione di candidarmi a niente“, è la sua replica.

Rispetto invece ai tormenti del partito, e all’idea di un Renzi bis al Governo, per Merola è “necessario cambiare la legge elettorale come peraltro concordato nel Pd con lo stesso Renzi, e poi andare ad elezioni”. Peraltro, Renzi ha sbagliato, “non avrebbe dovuto personalizzare così. E poi, da sei mesi insistevo perché aprisse sulla legge elettorale, lo ha fatto ma troppo tardi”. Ma, aggiunge, Merola, “ha sbagliato anche Bersani, doveva fare come Cuperlo e dire: condividiamo il testo. Ora vediamo come sarà cambiata”.

Mentre va avanti la gestione della crisi di governo si deve però lavorare per spostare il baricentro del Pd, osserva Merola sempre parlando all”Unità’: con Pisapia “mettiamo giù degli appunti per una nuova sinistra in Italia, ma non abbiamo la presunzione di creare una nuova forza. Vogliamo ragionare insieme per rinnovare e radicare il centrosinistra. Non è qualcosa nato con la crisi di governo, ma già dopo le amministrative si era capito che eravamo in difficoltà. Di tutto questo pare non freghi molto al resto degli oligarchi, anche nella sinistra, ma per le persone a cui interessa è importante”.

Insiste Merola: “Non penso affatto alla nascita di una forza alternativa, all’ennesima divisione di una sinistra che s’inventa una nuova formazione o un’altra corrente. Lavoriamo piuttosto per una sinistra che abbia un rapporto radicato con la base e i territori”. Pisapia però pensa a un movimento fuori dal Pd, Merola invece vede il campo progressista dentro; “l’importante è che non si pensi che facciamo questa iniziativa per creare un’alternativa al Pd. Vogliamo dare vita a una cosa più ampia, che ritrovi i numeri nel centrosinistra recuperandone i valori della lotta alle diseguaglianze e il rapporto con le giovani generazioni. Nel campo progressista devono esserci anche le associazioni e le realtà sociali e comunque, nel ‘campo’, c’è il Pd. La sinistra al di fuori che sarà interessata troverà una sua forma, ma intanto partiamo dall’idea, mia e di Pisapia, di formare una sinistra riformatrice, interessata a governare“.

E il Pd, avverte, “deve cambiare, non può pensarsi più come forza autosufficiente, deve aprirsi alle associazioni e ai movimenti. Come sindaci siamo interessati, non per creare un partito, ma per riportare l’attenzione alle comunità locali”.

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