NEWS:

La macchinetta sul bus non funziona e gli ruba pure i soldi, ma lui viene multato lo stesso. Ed è un assessore

Ha messo i soldi nella macchinetta ma il biglietto non è uscito. E l'autista, che ha assicurato avrebbe garantito per lui, ha sfiorato la rissa con i controllori. Brutta avventura per l'assessore allo Sport del Comune di Bologna.

Pubblicato:10-12-2015 13:22
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:41

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – “Una scena di ordinaria follia”. E’ quella raccontata da Luca Rizzo Nervo, assessore del Comune di Bologna, che stamattina ha subito le conseguenze di un’emettitrice di biglietti non funzionante a bordo di un bus di Tper. “Ho buttato 1,50 euro per tre fermate, non arrivando a destinazione”, giungendo “ad un appuntamento con 20 minuti di ritardo- scrive Rizzo Nervo su Facebook- ed ho un verbale con 87 euro di multa per aver fatto una violazione che non ho fatto, il tutto per aver incrociato nella mia sorte l’ennesima macchinetta malfunzionante e un’originale rissa fra dipendenti Tper”.

Bologna, 30/04/2014. Biblioteca dell'Ospedale Bellaria: Conferenza Stampa presentazione della Fondazione Il Bene. Fabrizio Salvi, Responsabile del Centro Il BeNe; Luca Rizzo Nervo, Assessore alla Sanità del Comune di Bologna; Francesco Rosetti, Presidente della Fondazione; Rodolfo Daini, Oculista; ARCHIVIO FONDAZIONE IL BENE – foto Paolo Righi/Meridiana Immagini

L’assessore Rizzo Nervo

Tutto si è svolto a bordo di una navetta A, presa dall’assessore in Liber Paradisus per raggiungere il centro di Bologna. La macchinetta era segnalata come “funzionante”, ma invece il biglietto non è stato emesso: allora, Rizzo Nervo lo fa “presente all’autista che, testimone oculare del fatto che avessi inserito i soldi, mi dice di non preoccuparmi e di proseguire il viaggio fino a destinazione e che si sarebbe fatto lui garante con eventuali controllori, non potendo ovviamente restituirmi i soldi”. Stessa cosa per un’altra passeggera, poco dopo. Poi però salgono due controllori, a cui l’assessore spiega di aver riferito “con molta tranquillità” le indicazioni ricevute dall’autista.

Davanti alle “perplessità” dei controllori, l’autista “si inalbera seccato” e “ne nasce un alterco a urli fra l’autista e i due controllori– riferisce Rizzo Nervo- con reciproca richiesta di codice identificativo. Il tutto ovviamente con l’autobus fermo”. Alla fermata successiva “i controllori chiedono a me e alla ragazza di scendere per verbalizzare l’accaduto”.


bus“Diligentemente” Rizzo Nervo e la passeggera scendono infatti dal bus “nonostante spiaccia ad entrambi di essere in piena via Indipendenza, non alla nostra fermata” e a causa di un problema nato “per un malfunzionamento della macchinetta Tper, per le indicazioni evidentemente sbagliate di un autista Tper (mi continuo a chiedere per altro quale fosse l’alternativa a farci continuare il viaggio dopo aver pagato se non la restituzione dei soldi) e per la richiesta di scendere dei controllori Tper”. In realtà, però, “la storia non è finita. Scopriamo solo a quel punto- scrive l’assessore- che non siamo scesi tanto e solo per testimoniare su un alterco fra un autista, una macchinetta e due controllori tutti griffati Tper, ma per contestarci comunque una violazone, che non abbiamo fatto, con conseguente verbale e conseguente multa”, anche se “con ampie rassicurazioni che la vicenda verbalizzata porterà ad un suo certo annullamento”.
Il racconto dell’assessore scatena subito un certo dibattito sulla sua bacheca Facebook. “Benvenuto tra noi”, ironizza il consigliere comunale Manes Bernardini di Insieme Bologna. E un altro consigliere, Mirco Pieralisi di Si, scrive: “Faccio la stessa domanda che feci dopo che fu multata una maestra che accompagnava i suoi 24 alunni. Chi controlla i controllori? Che formazione hanno?”. La democratica Raffaella Santi Casali, invece, sottolinea: “Basterebbe che gli autisti potessero fare i biglietti”. Il grillino Davide Zannoni, consigliere di quartiere al San Vitale, non si lascia sfuggire l’occasione: “Mi fa piacere, caro Luca, che anche tu abbia provato sulla tua pelle il clima da ‘sceriffi’ istituito dagli accertatori Tper. Vedi anche il recentissimo caso di padre Digani”.

di Maurizio Papa, giornalista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it