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di Vittorio Rossetti Di Mambro e Emiliano Pretto
ROMA – “Noi non siamo qui a difendere nessun privilegio. L’indipendenza della magistratura è garanzia per tutelare i diritti di tutti i cittadini. Oggi tocca i migranti, domani chissà, potrebbe accadere a ciascuno di noi”. Lo dice Silvia Albano, presidente di Magistratura democratica al convegno per i 60 anni di Md. “Noi lo scontro non lo vogliamo, non stiamo facendo nessuna opposizione al governo, stiamo cercando faticosamente di fare il nostro lavoro”, spiega la presidente parlando delle polemiche sorte all’indomani della sentenza sui 12 cittadini egiziani e bengalesi riportati in Italia dall’Albania dopo la decisione del Tribunale di Roma.
“Noi non abbiamo in tasca né il libretto rosso di Mao né il Capitale di Marx, noi abbiamo in tasca la Costituzione“, ha aggiunto Albano. “Il fatto che chi cerca di applicare la Costituzione venga appellato come giudice comunista solo perché fa questo mi preoccupa molto per lo stato e il futuro della nostra democrazia”, ha continuato.
“Ho grandi amici che militano in Magistratura democratica. Penso a Vittorio Bonaccetti, il mio capo quando ero Venezia e ricordo le tante discussioni con lui sulle riforme costituzionali. È l’invito al dialogo che noi cerchiamo, anche se si parte da concezioni diverse. Non siamo tutti d’accordo, ma dialogare certamente si”, ha dichiarato, invece, il ministro della Giustizia Nordio al convegno.
“Vorrei passare alla parte ‘costruens’ del nostro rapporto- ha aggiunto Nordio- Vogliamo il dialogo con la magistratura perché sappiamo che la magistratura è il potere chiamato ad applicare le leggi. Mi auguro che nel confronto futuro ci sia sempre meno critica da parte della magistratura al merito politico delle leggi approvate da Parlamento e mi auguro un abbassamento dei toni della politica nel criticare le sentenze”.
“La separazione delle carriere, dobbiamo essere chiarissimi, non fa correre il rischi che i pm vengano sottoposti al potere esecutivo. Mi farebbe inorridire come ex magistrato, per 40 anni è stato pm”, ha continuato Nordio.
“Conosco l’obiezione- ha aggiunto il ministro- Nordio non è eterno ed è in buona fede, ma chissà che verrà dopo di lui. Ma questa garanzia è scritta proprio nella riforma costituzionale. Nordio o non Nordio questa questa riforma scolpisce l’assoluta indipendenza e autonomia dell’organo requirente“.
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