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Il regno africano del Benin rivive online: 5mila capolavori da 20 Paesi

Sul sito, grazie anche a una collaborazione con il museo tedesco Markk, è possibile ammirare 5200 manufatti conservati in 131 musei

Pubblicato:10-11-2022 15:07
Ultimo aggiornamento:10-11-2022 15:07
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ROMA – L’antico Regno del Benin, territorio dell’odierna Nigeria la cui capitale Edo fu saccheggiata dall’esercito dell’impero britannico nel 1897 e i cui simboli e artefatti sono da allora dispersi in tutto il mondo, torna a vivere, e a essere alla portata di tutti, in formato digitale. A renderlo possibile è il progetto Digital Benin, un portale internet frutto di due anni di lavoro e della collaborazione fra esperti dell’Institute For Benin Studies nigeriani e ricercatori da tutto il mondo.

INAUGURAZIONE AD AMBURGO

Il sito, inaugurato con una conferenza che si è tenuta presso il Museum am Rothenbaum – Kulturen und Künste der Welt di Amburgo (Markk), in Germania, uno degli spazi espositivi che custodisce alcuni degli oggetti rubati dai soldati di Sua maestà, riunisce oltre 5200 manufatti conservati in 131 musei in 20 diversi Paesi. Tanti sono, infatti, i centri culturali che hanno ospitato nelle loro collezioni dei pezzi d’arte provenienti dall’antico regno, dalle maschere cerimoniali agli strumenti musicali.
Digital Benin mette a disposizione più di 12mila foto, diverse delle quali in formato 3D, con annessa una scheda che fornisce sia informazioni di catalogo sia storico-artistiche. Il portale fornisce però anche un’ampia panoramica su tutta la cultura del regno, sette secoli di storia e di sviluppo lungo un’area che, nella sua massima espansione, è arrivata a coincidere con tutto il territorio della Nigeria. Dalla home page del sito si accede a una spiegazione, anche il lingua edo, delle funzioni dei singoli oggetti nel contesto della cultura del Regno. Sono disponibili per l’ascolto una serie di testimonianze orali di leader, esperti, accademici nativi della comunità.

“RIFLETTERE SULLA NOSTRA CULTURA”

Fra questi anche lo storico dell’Institute For Benin Studies Osaisonor Godfrey Ekhator-Obogie, che nel corso della conferenza di presentazione ha affermato che la piattaforma “permette di riflettere in modo diverso sul nostro passato e sulla nostra cultura” e ha aggiunto: “Queste opere d’arte sono percepite come oggetti in Occidente. Per noi è la nostra storia”.
Digital Benin, reso possibile anche da un finanziamento da 1,5 milioni di euro dalla Siemens Foundation, nasce al culmine di una campagna per la restituzione delle opere d’arte del Regno del Benin alla Nigeria condotta da attivisti ma anche direttamente dal governo di Abuja. Numerosi artefatti sono già tornati in patria anche nella prospettiva della costruzione di un museo ad hoc a Benin City, l’antica Edo, la cui creazione è stata annunciata dalle autorità nigeriane nel 2020.


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