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Riabilitazione respiratoria in pazienti Covid, plauso dei fisioterapisti al Documento della Regione Lazio

Nello specifico inserisce i fisioterapisti con competenze in ambito respiratorio all'interno dell'equipe di cura in diretta collaborazione con gli specialisti di reparto

Pubblicato:10-11-2020 17:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:12
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ROMA – L’Associazione Riabilitatori dell’Insufficienza Respiratoria-ARIR esprime un fortissimo plauso per l’approvazione del documento della Regione Lazio ‘Linee di indirizzo organizzative per la riabilitazione respiratoria in pazienti affetti da polmoniti interstiziali su base virale SARS-CoV-2 e virus simili‘. “Si tratta di un Documento di enorme portata- dichiara ARIR- che nasce per iniziativa della Regione e che ha goduto della collaborazione concreta di anestesisti-rianimatori, pneumologi, cardiologi, fisiatri, infermieri, fisioterapisti, fisioterapisti respiratori, logopedisti e del supporto di rappresentanti delle società scientifiche ARIR, AIFI ed AIPO. Un risultato importante per tutti coloro che lavorano incessantemente affinché i pazienti ed i cittadini possano ottenere risposte reali e di qualità in un tempo di preoccupante emergenza sanitaria“. Il Documento – 8 capitoli, 58 pagine di testo – identifica i ‘Bisogni di salute delle persone con polmoniti interstiziali da Sars-CoV-2 o similari’, precisando i setting assistenziali, i criteri per i trasferimenti e l’organizzazione, andando poi a delineare gli interventi riabilitativi in fase acuta o subacuta da Covid-19, spingendosi anche ad identificare il follow-up dei pazienti sul territorio. Proprio in questo scenario emergono con chiarezza nel Documento della Regione Lazio il ruolo e le attività delle varie figure coinvolte, tra cui quella del fisioterapista. Nello specifico i fisioterapisti con competenze in ambito respiratorio vengono inseriti all’interno dell’equipe di cura in diretta collaborazione con gli specialisti di reparto (intensivisti, pneumologi, infettivologi…) e non secondo modalità consulenziali, bensì attraverso un coinvolgimento diretto nei diversi setting assistenziali per garantire precocità e continuità della presa in carico. In particolare il testo precisa proprio che “la precoce presa in carico da parte del Fisioterapista in fase acuta e la continuità assistenziale riabilitativa nei trasferimenti intraospedalieri del paziente senza interruzioni e sospensioni fino all’obiettivo raggiunto o alla dimissione” sono azioni chiave per una corretta assistenza al paziente affetto da Covid.19.

Nel Documento sono stati delineati due differenti percorsi riabilitativi per il paziente, a seconda del quadro clinico residuato: Pneumologico, per i soggetti che presentano disabilità respiratoria con Progetto Riabilitativo stilato dallo specialista pneumologo; Neuromotorio, con Progetto Riabilitativo stilato dallo specialista fisiatra per i soggetti che non presentano problematiche respiratorie. Nel testo regionale sono stati inoltre stratificati i pazienti per individuare il più appropriato setting di gestione: ospedale degenziale, domicilio e eventuale presa in carico in teleriabilitazione. Al termine del percorso deve essere definito un piano di dimissione in fase di guarigione da Covid-19, con una corretta pianificazione da parte del Team Multidisciplinare che ha preso in carico il paziente: in condivisione con le strutture territoriali sanitarie e sociali dovrà quindi essere predisposto un Piano Riabilitativo (PR) che tenga conto del grado di autonomia del paziente e dei supporti di cui avrà bisogno in termini di servizi ed assistenza.

“Il Documento della Regione Lazio- conclude ARIR- è forse il primo che delinea in modo specifico il percorso di riabilitazione respiratoria per i cittadini affetti da polmonite interstiziale da Sars-CoV-2, definendo i setting, i ruoli e le competenze dei professionisti sanitari coinvolti. Rivolgiamo quindi un plauso alla Regione Lazio per l’iniziativa e per aver coinvolto nella stesura del documento le rappresentanze di tutti i professionisti sanitari, nel rispetto della necessaria multidisciplinarietà, mettendo al centro la salute del cittadino. Ci auguriamo che quanto scritto e approvato, si traduca in tutte quelle misure organizzative e strutturali necessarie per una rapida applicazione nelle realtà sanitarie e territoriali”. 


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