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VIDEO | ‘L’uomo che inventò la bioeconomia’, la storia di Raul Gardini in un libro

Gardini "è stato un uomo del Terzo millennio con 30 anni di anticipo", racconta alla Dire l'autore Mario Bonaccorso

Pubblicato:10-11-2020 14:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:12

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ROMA – “Come dimostra il meraviglioso processo della fotosintesi, l’agricoltura è chimica e la chimica verde è la prossima rivoluzione che si svilupperà in modo esponenziale“. Lo scriveva nel 1987 Raul Gardini, l’imprenditore che con le sue intuizioni rivoluzionarie ha anticipato la nascita e l’evoluzione della bioeconomia in Italia e in Europa. La sua storia la racconta ‘L’uomo che inventò la bioeconomia. Raul Gardini e la nascita della chimica verde in Italia’ dello scrittore e blogger Mario Bonaccorso (Edizioni Ambiente), arrivato a ottobre in libreria.

COPERTINA_L'UOMO CHE INVENTò LA BIOECONOMIA‘L’uomo che inventò la bioeconomia’ racconta l’intreccio di interessi tra politica, economia e finanza che spesso ha condannato i progetti industriali più innovativi, che avrebbero potuto ridisegnare il volto dell’economia e della società italiana. Il libro ripercorre la nascita e lo sviluppo del progetto ideato da Raul Gardini di integrazione tra chimica e agricoltura che era al centro di quello che diventò uno dei maggiori gruppi industriali europei: Enimont.


A distanza di trent’anni la bioeconomia – quell’economia che usa risorse biologiche rinnovabili dalla terra e dal mare, e i flussi di rifiuti, come materia prima per la produzione industriale, energetica, alimentare e mangimistica – è uno dei pilastri del Green New Deal europeo e italiano e una delle chiavi a livello mondiale per riconnettere l’economia con l’ambiente.

La DIRE ne ha parlato con l’autore. “Gardini è stato uomo di grandissima visione, per la bioeconomia è stato un precursore, intui gia negli Anni 80 il grandissimo potenziale dell’integrazione tra agricoltura e chimica”, spiega Bonaccorso. Il progetto bioetanolo che lanciò a quei tempi “aveva l’obiettivo di utilizzare le eccedenze agricole”, in una prospettiva di economia circolare di assoluta attualità. Quando il gruppo Ferruzzi – alla cui guida Gardini era giunto a cavallo tra il 1979 e il 1980 in seguito alla inattesa morte del fondatore Serafino – nel 1987 rilevò il controllo di Montedison “si realizza il suo grande sogno, creando poi il Centro di ricerca e tecnologia Ferruzzi, il Fertec, primo nucleo da cui si sviluppa Novamont, la ‘Nuova Montedison’. Lì si iniziano a sviluppare le bioplastiche, e il Mater-Bi“, che oggi conosciamo ed è noto e usato in tutto il mondo, “ha lì la propria origine”.

“Il pensiero di Gardini era così avanti che nelle sue riflessioni, negli appunti presi a mano custoditi dalla Fondazione Gardini e che ho avuto il piacere di visionare e raccontare nel libro, parla anche dell’utilizzo degli scarti per creare prodotti per la farmaceutica“, prosegue con la DIRE lo scrittore e blogger Mario Bonaccorso. Raul Gardini “è stato un uomo del Terzo millennio con 30 anni di anticipo”, aggiunge, “oggi non esiete prodotto che lui abbia pensato e concepito che non sia presente sul mercato. Questa la sua grande forza, e l’obiettivo del libro è dare un’immagine di questo imprenditore che vada oltre quella a cui siamo abituati, mettendo sotto la luce il Gardini innovatore, il Gardini visionario”.

L’utilizzo degli scarti e il superamento delle colture alimentari, due delle intuizioni di Gardini, che anticipano l’economia circolare e la soluzione della competizione della chimica verde con la produzione di cibo, si mostrano sorprendentemente attuali. “Noi oggi sappiamo che il concetto di bioeconomia si connette con quello di economia circolare nella bioeconomia circolare sostenibile”, dice Bonaccorso, “quindi abbiamo superato il concetto delle eccedenze per andare sempre di più verso l’utilizzo di scarti, rifiuti e sottoprodotti, ma per quello che ci ha consegnato oggi Gardini sarebbe uno dei protagonisti di questa nuova interconnessione“.

Un uomo “con una grandissima visione, che fino a un certo punto è riuscito anche a realizzare. La grande eredità che ha lasciato al Paese è Novamont, che oggi è leader nelle bioplastiche a livello mondiale”, aggiunge l’autore. Ecco, ricordare la figura di Gardini al di là di quella stereotipata e riduttiva legata a ‘Mani pulite’ e dintorni, coma fa il libro, “può essere uno strumento utile per capire come non perdere oggi l’opportunità che ci si ripresenta con il Green new deal Ue, opportunità che abbiamo perso 30 anni fa” e che se fosse stata colta “oggi potrebbe vedere l’Italia in un ruolo diverso a livello mondiale”.

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