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Si rischia l’import di peste suina, Emilia-Romagna stoppa le lepri

L'sos è stato lanciato dagli allevatori reggiani, già in difficoltà

Pubblicato:10-11-2020 16:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:12

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REGGIO EMILIA – Un “forte rischio di diffondere la peste suina africana e nuove epidemie sul territorio reggiano”. E’ questa la motivazione con cui il Servizio territoriale Agricoltura, caccia e pesca di Reggio Emilia che fa capo alla Regione ha informato la Confederazione degli agricoltori (Cia) provinciale, che bloccherà “l’immissione di lepri dall’estero” a scopo venatorio. L’associazione reggiana aveva ventilato possibilità di contagio della fauna locale e degli allevamenti suinicoli, oltre a “tragici effetti economici per le stalle, che potrebbero arrivare anche alla definitiva chiusura”. Per “evitare ogni pericolo, chiediamo che la selvaggina per la caccia sia acquistata solo nel nostro Paese“, ha aggiunto la Cia, segnalando che “gli oltre 100 allevatori reggiani, già in ginocchio per le bassissime quotazioni del mercato, sono molto preoccupati e temono un devastante tsunami che spazzerebbe via uno storico settore del nostro territorio che conta circa 265.000 capi allevati”.









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La risposta del Servizio territoriale non si è fatta attendere. “È arrivata in pochissimo tempo e per questo vogliamo innanzitutto dire il nostro grazie per la rapidità e i contenuti che non possono che trovarci completamente d’accordo”, dice la Cia. 


Nella comunicazione inviata all’associazione si rimarca infatti che il presentarsi della peste suina (non trasmissibile agli esseri umani) in un territorio “mette fortemente a rischio gli allevamenti di suini che, se anche non fossero colpiti direttamente, si troverebbero a non poter commercializzare i propri animali a causa delle misure di contenimento provocando danni economici milionari”. Si spiega poi che tutto ciò che proviene da aree infette (Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Ucraina, Slovacchia, Serbia, Moldavia, Estonia, Lettonia, Lituania, Germania, Belgio e Grecia) è “potenzialmente vettore del virus”, compresi automezzi e oggetti come: casse di trasporto, animali, trofei di caccia e carni. Il servizio regionale evidenzia anche che la lepre “è un animale fragile, soggetto a diverse malattie e l’importazione di capi di cattura dall’estero non fa che aumentare il rischio di diffondere nuove epidemie mettendo a rischio le popolazioni locali”.

Del resto, indipendentemente dall’emergenza della peste suina, il piano faunistico venatorio regionale sconsiglia fortemente l’importazione delle lepri. La conclusione del documento regionale è quindi netta: “Il servizio regionale non autorizzerà l’immissione dall’estero”.

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