giovedì 13 Novembre 2025

Speciale Camera- Territori. Grippo: “Sui territori mancano 5.500 medici di base”

L'allarme della deputata di Azione, durante il Question Time, nell'interrogazione rivolta al ministro della Salute, Orazio Schillaci

ROMA, 8 ott. – È allarme medici di famiglia sui territori. “Secondo i dati più recenti, in Italia mancano oltre 5.500 medici di medicina di base e oltre 20.000 andranno in pensione nel prossimo decennio, lasciando tantissimi cittadini senza il primo livello di assistenza”, dice la deputata di Azione, Valentina Grippo, nell’interrogazione rivolta al ministro della Salute, Orazio Schillaci, durante il Question Time.

“L’allarme è ancora più grande se si pensa che il 77 per cento dei medici di famiglia ha più di 54 anni e che il massimale di 1.500 assistiti, che sarebbe il tetto per ogni medico, è superato da più del 50 per cento dei medici in tutte le regioni d’Italia e il rapporto in Italia è il 68,1 per cento”, incalza la parlamentare.  
“Non stiamo ignorando la crisi della medicina di famiglia, ma stiamo cambiando il metodo. La vera questione non è numerica, ma di vocazione. Questa professione è stata percepita come di serie B e meno attrattiva per i giovani laureati. Stiamo rimodulando completamente il percorso formativo, portiamo soluzioni solide e non miracoli che svaniscono dopo le elezioni”, replica il ministro della Salute.

SCHILLACI: “BORSE DI STUDIO RADDOPPIATE E MISURE PONTE, ECCO COSA STIAMO FACENDO “

“E’ vero che abbiamo meno medici di famiglia della Francia e della Spagna. Questo è il dato di fatto”, ma “partiamo dai numeri concreti di quello che stiamo già facendo. Con il Pnrr – ricorda Schillaci – abbiamo finanziato 2.700 nuove borse di studio aggiuntive. Abbiamo raddoppiato il numero di borse per triennio: da 1.400 a circa 2.900. Tre cicli formativi triennali completamente finanziati fino al 2026. Questi non sono palliativi, sono investimenti strutturali sul futuro. Ma nell’attesa che questi medici completino la formazione e prendano servizio, non potevamo restare fermi. Abbiamo introdotto misure ponte immediate. Con il decreto legge 202/2024 abbiamo reso stabile la possibilità per i laureati in Medicina e chirurgia, abilitati e iscritti al corso di formazione in medicina generale, di partecipare all’assegnazione di incarichi. Significa che possiamo utilizzare professionisti qualificati anche durante la loro formazione. Con il decreto legge 25/2025 abbiamo consentito ai medici convenzionati di rimanere in servizio volontariamente fino a 72 anni. Non imponiamo nulla, offriamo la possibilità a chi vuole continuare a farlo. Questo garantisce continuità assistenziale mentre costruiamo una soluzione definitiva”.
“Vorrei anche ricordare che i bandi sono regionali – precisa il ministro – Le Regioni devono fare la loro parte nella programmazione. I cittadini aspettano risposte. Preferiamo costruire soluzioni solide piuttosto che annunciare miracoli che svaniscono dopo le elezioni. La medicina generale è il pilastro dell’assistenza territoriale. Restituirle dignità, attrattività e prospettiva non è solo un obiettivo: è il nostro dovere verso le future generazioni di medici e di pazienti”.

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