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Giornata salute mentale, Unicef: “Oltre 1 adolescente su 7 tra 10 e 19 anni vive con un problema diagnosticato”

Orlando Bloom lancia un video di sensibilizzazione per la campagna #OnMyMind

Pubblicato:10-10-2022 16:42
Ultimo aggiornamento:10-10-2022 16:42

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ROMA – Il Goodwill Ambassador dell’Unicef Orlando Bloom ha riflettuto su come un incidente quasi mortale avvenuto quando era adolescente abbia avuto un impatto sulla sua salute mentale in un commovente video pubblicato in occasione della Giornata mondiale della salute mentale.

Nel video, lanciato nell’ambito della campagna dell’Unicef #OnMyMind, Bloom racconta candidamente in camera di essersi rotto la schiena a 19 anni cadendo dal terzo piano di un edificio. “È stato l’inizio di un lungo e doloroso viaggio verso il riconoscimento e la comprensione di alcuni schemi della mia vita che mi avevano portato ad avere numerosi incidenti- racconta Bloom- I mesi successivi alla caduta sono stati un periodo buio. Da persona molto attiva, all’improvviso mi sentivo molto limitato e soffrivo molto”.

Secondo gli ultimi dati disponibili, si stima che a livello globale oltre 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni vive con un problema di salute mentale diagnosticato. La maggior parte delle 800.000 persone che muoiono ogni anno per suicidio sono giovani e il suicidio è la 4 causa principale di morte tra i giovani fra i 15 e i 19 anni.


La campagna dell’Unicef #OnMyMind ha l’obiettivo di normalizzare le conversazioni sulla salute mentale e promuovere azioni in supporto di tutti i bambini e i giovani.

“La salute mentale è particolarmente impegnativa perché non viene vista- ha proseguito Bloom- È molto importante raggiungere le persone, parlare, trovare qualcuno che crei la possibilità di una comunicazione che porti alla trasformazione e al cambiamento”.

“Per troppi bambini e giovani nel mondo, stigmatizzazione, incomprensione e mancanza di accettazione delle lotte per la salute mentale significano non ricevere il supporto di cui hanno bisogno– sottolinea Paloma Escudero, direttore globale dell’Unicef per la Comunicazione e l’Advocacy– Rompendo il silenzio che avvolge le sfide della salute mentale e incoraggiando i bambini e giovani ad aprirsi sulle proprie esperienze, possiamo normalizzare collettivamente il parlare e il cercare sostegno per la salute mentale e porre fine all’impatto dannoso della stigmatizzazione e della discriminazione”.

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