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Bologna, salvato dall’arresto cardiaco grazie alla famiglia e al vicino di casa

Un 47enne a Bologna è stato salvato dall'infarto grazie alla moglie, alla figlia di 11 anni e al vicino di casa guidato al telefono dal 118

Pubblicato:10-10-2022 14:08
Ultimo aggiornamento:10-10-2022 17:47

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BOLOGNA – Fortunato di nome e di fatto. Anche se, come dicono gli operatori del 118 di Bologna, in questo caso “la fortuna non c’entra molto”. Sì perchè il signor Giuseppe, 47 anni, colpito da arresto cardiaco la sera di mercoledì scorso, deve la sua vita alla prontezza di sua moglie e sua figlia 11enne che, nonostante il momento drammatico, hanno avuto la lucidità di chiamare i soccorsi e un vicino di casa in aiuto. Proprio lui, guidato al telefono dai sanitari della centrale operativa, ha praticato le prime manovre che hanno permesso poi ai soccorsi di completare il salvataggio del signor Giuseppe. La storia è diventata così il simbolo della campagna ‘Viva!’ per la settimana europea della rianimazione cardiopolmonare, al via da oggi, lunedì 10 ottobre, fino a domenica 16.

Foto Paolo Righi – archivio Ausl Bologna

LA STORIA

L’arresto cardiaco del signor Fortunato, raccontano oggi i responsabili del 118 in conferenza stampa, è avvenuto alle 22.27 di mercoledì scorso. L’uomo era in casa con la moglie e la figlia, che dal bagno lo hanno sentito cadere in terra e rantolare. Subito la donna ha chiamato i soccorsi, mentre la figlia è uscita di casa “in accappatoio” per chiedere aiuto al vicino di casa. Al telefono in vivavoce con la centrale operativa del 118, l’uomo ha praticato le prime manovre di soccorso. L’ambulanza è arrivata otto minuti dopo e i sanitari hanno dovuto defibrillare due volte il signor Giuseppe, il cui cuore è ripartito dopo quattro minuti. E’ stato quindi messo in sicurezza e trasportato all’ospedale Maggiore, dove però “dopo qualche ora era già stato stubato”.

OGGI È IN BUONE CONDIZIONI

Ad oggi, riferiscono i sanitari dell’Ausl di Bologna, “le sue condizioni sono molto buone”, ma restano da chiarire le cause dell’arresto cardiaco. Sono state infatti da subito escluse le ragioni ‘classiche’ che portano allo stroke e quindi sarà necessario fare ulteriori approfondimenti e test genetici per capirne la causa scatenante. Nel frattempo, al signor Giuseppe è stato impiantato un defibrillatore interno e ha accettato, insieme alla famiglia, di fare da ‘testimonial’ per la campagna ‘Viva!’ di quest’anno, proprio per sensibilizzare le persone a imparare le manovre di primo soccorso.


LE INIZIATIVE DELLA CAMPAGNA ‘VIVA!’

In settimana, tra l’altro, questo addestramento sarà portato anche in 20 scuole elementari e medie di Bologna e provincia per insegnare anche ai più piccoli a salvare vite umane (“Kids Save Lives”), grazie a un visore per la realtà aumentata con cui fare training. Domani, martedì 11 ottobre, al Policlinico Sant’Orsola è invece in programma un corso gratuito per imparare le manovre salvavita in caso di arresto su un bambino. Solo nel 10% dei casi, infatti, la natura è cardiaca: più spesso è dovuta a insufficienza respiratoria o ad altre patologie. Dopodomani, mercoledì 12 ottobre, alla Casa della Salute del Navile anche negli ambulatori di pediatria e vaccinali sarà offerta alle famiglie la possibilità di imparare le tecniche di rianimazione e disostruzione delle vie aeree.

A BOLOGNA SI SOPRAVVIVE DI PIÙ

Domenica 16, infine, all’Istituto Aldini (dove da qualche anno ha sede il centro di formazione regionale Blsd) è previsto l’evento conclusivo della campagna. In Europa ogni anno si verificano circa 400.000 arresti cardiarci, 60.000 in Italia. Si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste intervenga con le manovre salvavita e nel 28% dei casi col defibrillatore. A Bologna la percentuale di ripartenza del cuore all’arrivo dei soccorsi è del 47%, contro la media nazionale del 41%. Inoltre la percentuale di sopravvivenza dopo la dimissione è del 22% rispetto alla media italiana del 21% ed europea dell’8%. Ma in Danimarca, dove il 70% delle rianimazioni è fatta da cittadini ‘laici’, la percentuale di sopravvivenza raddoppia.

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