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Energia, Unimpresa: l’aumento dei costi diventi credito fiscale

L'Unione nazionale delle imprese lancia l'allarme: "A rischio 350.000 posti di lavoro nella sanità". Il vice presidente chiede "un incontro urgente" a Draghi: "Il sistema sta per crollare"

Pubblicato:10-09-2022 16:49
Ultimo aggiornamento:10-09-2022 16:49

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ROMA – “Chiediamo al governo guidato da Mario Draghi di consentire alle aziende, specie le piccole e medie imprese, di utilizzare l’aumento dei costi dei prodotti energetici come credito di imposta. Sarebbe una misura importantissima, essenziale per la sopravvivenza del sistema imprenditoriale italiano“. È quanto dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giancarlo Greco.

“CONDIZIONE DRAMMATICA: O PAGHIAMO BOLLETTE O LAVORATORI”

“Ci troviamo nella drammatica condizione – spiega Greco – di dover scegliere se pagare le bollette, o pagare i lavoratori. Se tenere in piedi i presidi medici, o pagare il rincaro folle dell’energia. Una cosa è certa, noi operatori della sanità privata accreditata non possiamo diminuire l’erogazione e la fornitura del nostro ‘prodotto’ perché corrisponde alla salute dei cittadini. Non possiamo rivendere ‘erogazioni’ di salute ad un prezzo più alto, così come può avvenire in altri settori. Chi compra le nostre prestazioni è lo Stato quindi se aumentano i costi di produzione rischiamo di chiudere mettendo per strada 350mila lavoratori. Ci appelliamo a Draghi. Faccia lui, immediatamente, qualcosa”.

IL CREDITO DI IMPOSTA ALLE IMPRESE

Il vicepresidente di Unimpresa continua: “Una via d’uscita importante è considerare come credito d’imposta l’aumento del costo delle bollette e già a partire da gennaio del 2022. L’incrocio è epocale, del resto. Qui o si collabora per il mantenimento in vita delle imprese oppure il sistema crolla. Abbiamo letto tutti il grido disperato di uno dei più importanti e prestigiosi imprenditori del Paese, Pippo Callipo. È impossibile andare avanti così e le imprese sono costrette a non poter pagare i dipendenti oppure a ridimensionare le forniture. Cosa che noi operatori della sanità privata accreditata, come detto, non possiamo invece fare. Perché siamo erogatori di ‘salute’ al pari degli ospedali cosiddetti pubblici”.


L’APPELLO A DRAGHI: INTERVENGA SUBITO

Giancarlo Greco conclude: “Chiediamo quindi direttamente a Mario Draghi di intervenire prontamente riconoscendo come credito d’imposta l’aumento del costo dell’energia che le imprese, tanto più quelle essenziali per la società, sostengono già da inizio anno. Lo chiediamo a Draghi perché ci troviamo stretti nella morsa dell’aumento dei costi e l’impossibilità di aumentare i ricavi in quanto siamo rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale a prezzo fissi. La situazione è gravissima. Nel corso dell’ultima nostra riunione sono venute fuori situazioni disperate. Lunedì sarò a Roma e chiederò un incontro urgentissimo alla presidenza del Consiglio dei ministri“.

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