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VIDEO | A Venezia 77 il documentario ‘The Rossellinis’, sulla famiglia allargata del grande regista neorealista

Evento speciale della Settimana Internazionale della Critica. Realizzato da Alessandro Rosselini, nipote di Roberto

Pubblicato:10-09-2020 19:31
Ultimo aggiornamento:10-04-2024 13:06

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VENEZIA – Roberto Rossellini, indimenticabile maestro del Neorealismo, autore di capolavori della storia del cinema. Chi non vorrebbe essere suo figlio? Eppure essere discendente di uomo di tale successo, il cui genio e’ universalmente riconosciuto, puo’ riservare piu’ di un lato oscuro. Ne sa qualcosa suo nipote Alessandro, che ha dato un nome all’ansia da prestazione e al senso di inadeguatezza derivante dal dover sempre confrontarsi con un mostro sacro: ‘la rossellinite’, che secondo lui, potrebbe essere la causa dei problemi di tossicodipendenza avuti nel suo passato. Di questa ‘patologia’ famigliare l’esordiente regista parla in ‘The Rossellinis‘, evento speciale della Settimana Internazionale della Critica, presentato oggi alla Mostra del Cinema di Venezia. Il documentario racconta con ironia e senza peli sulla lingua la storia della grande famiglia allargata e multietnica creata da nonno Roberto, composta da 7 figli (di cui uno morto in tenera eta’) e 3 mogli (una italiana, una svedese e l’ultima indiana).

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The United Color of Rossellini’, ha scherzato durante un incontro con la stampa il regista, definendo cosi’ ‘la grande tribu’ sparsa in tre continenti’ di cui fa parte. “La mia ipotesi e’ che la potenza di questo uomo sia viva dentro di noi ancora oggi- ha raccontato il regista intervistato dall’agenzia Dire- Tutti mi hanno detto di no, che ero affetto solo io dalla ‘rossellinite’, ma io non lo credo. Con questo film ho cercato di affrontare i non detti della mia famiglia, la causa del male di tutte le famiglie. Il percorso e’ stato terapeutico, ho capito che per essere Alessandro Rossellini la medicina e’ la normalita’. Essere un uomo che lavora e farlo decentemente, essere il miglior padre possibile”. Nel film ad essere intervistati sono praticamente tutti i componenti della famiglia, che raccontano come hanno vissuto la loro infanzia sotto i riflettori e cosa abbia significato per loro essere figli di una star. “All’inizio tutti si sono messi a disposizione, in seguito quando abbiamo iniziato le riprese e hanno visto che volevo metterli di fronte a vecchi dolori, c’e’ stata un po’ di acredine. Adesso credo di avere il sostegno di tutta la famiglia”. Una famiglia grande e tuttora unita, con la quale, ha raccontato il regista, comunica frequentemente (“abbiamo anche un gruppo whatsapp ‘The Rossellinis”). “Quando nonno era in vita una volta l’anno, in occasione delle riprese del nuovo film che stava girando, ci ritrovavamo tutti e a ognuno veniva assegnato un ruolo sul set– ha ricordato Alessandro- erano queste le nostre riunioni di famiglia”. “Abbiamo avuto un’infanzia magica– ha proseguito- e quando ci riuniamo adesso quella magia si avverte di nuovo”, ha spiegato. Assente nella pellicola invece ogni riferimento ad Anna Magnani, con la quale Roberto Rossellini ebbe una relazione, prima di lasciarla per Ingrid Bergman. Una scelta dolorosa, quella di non inserire questo personaggio nella storia, ha dichiarato il regista, ma obbligata da motivi tecnici: “C’erano gia’ troppi personaggi, non potevamo”. “Anna Magnani e’ stata una forte presenza nella mia famiglia“, ha spiegato Rossellini, raccontando di come sua nonna, Marcella de Marchis (prima moglie del regista e matriarca di questa famiglia allargata) e l’attrice fossero amiche e di come Magnani spesso le chiedesse consigli su come comportarsi con Roberto Rossellini. La pellicola, che sara’ nelle sale il 26, 27 e 28 ottobre con Nexo Digital, e’ un ritratto ironico di una famiglia sui generis, all’interno della quale si possono pero’ ritrovare dinamiche universali. Un documentario da non perdere per tutti gli appassionati di cinema, per avere una visione a 360 gradi del regista di ‘Roma citta’ aperta’ e del ‘clan’ Rossellini.

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