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Intelligenza artificiale sì, ma “senza le donne”: sos da Modena

"La strada per la trasformazione digitale riguarda anche l'uguaglianza di genere", dice Rita Cucchiara del dipartimento di Ingegneria 'Enzo Ferrari' di Unimore

Pubblicato:10-09-2020 13:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:51

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MODENA – C’è un problema di gender gap anche nel campo dell’intelligenza artificiale, eccome. Se n’è parlato ieri alla terza giornata della nuova edizione della summer school ‘Renzo Imbeni’, alla chiesa della Fondazione Collegio San Carlo di Modena. In particolare, affronta il tema Rita Cucchiara del dipartimento di Ingegneria ‘Enzo Ferrari’ dell’Università di Modena e Reggio Emilia, direttrice del laboratorio nazionale Cini-Intelligenza Artificiale e Sistemi Intelligenti (Aiis).

“La strada per la trasformazione digitale- evidenzia la prof Unimore in sala parlando a allievi e colleghi- riguarda anche l’uguaglianza di genere. È un argomento di cui fino a qualche tempo fa non mi sarei sognata di parlare a incontri pubblici come questo. Nel mondo della tecnologia, io stessa non sono alla pari con i miei colleghi uomini. Io sono ingegnere, direttore, professore, e non mi sento minimamente diversa da loro. Ma, purtroppo, non è così. Nel mondo non è ancora così, a partire da quello tecnologico”.


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Aggiunge Cucchiara illustrando una slide di numeri: “Dentro Linkedin, ad esempio, il tratto distintivo delle competenze AI riguarda al 78% uomini. E alle nostre conferenze su AI e machine learning, che coordino, tra i ricercatori selezionati l’80% è rappresentato da uomini di 28 nazionalità. E ancora: nelle aziende ‘ad alta tecnologia’ lo staff tecnico femminile pesa secondo i numeri ufficiali il 21%, ma se poi si parla di AI si scende al 10% come nel caso di Facebook”.

“SERVE TRASFORMAZIONE A LIVELLO DI PAESE”

Quindi, sprona tutti Cucchiara rivolta ai giovani della summer school: “Dev’esserci una trasformazione a livello di paese, quindi. I vostri genitori portano le proprie figlie a fare medicina o economia, l’ingegneria mai perché ‘ci si sporcano le mani’. Ma l’ingegneria non è arida, è creativa”. Nel corso della mattinata nella chiesa di San Carlo, sono intervenute anche Elly Schlein, vicepresidente della Regione, e Monica Frassoni, presidente del Consiglio comunale di Ixelles-Bruxelles.

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Più in generale, alla summer school modenese si è dibattuto su come la crescita dell’Europa passi attraverso la sua trasformazione digitale ‘a 360 gradi’, appunto, ma anche ecologica: sono “due sfide indissolubili” che “dovranno tenere conto in particolare “della sostenibilità economica, energetica e, soprattutto, dell’equità sociale”. Lo hanno affermato Alberto Majocchi, esperto di tassazione ambientale, e la stessa Cucchiara. Il futuro verde e digitale dell’Europa, hanno puntualizzato sia Cucchiara sia Enrico Giovannini, il portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile ospite a sua volta della Fondazione modenese oggi, “richiederà sempre di più una conoscenza multidisciplinare e flessibile, aperta a tutte le sollecitazioni e in grado di affrontare quello che sarà un vero e proprio cambiamento di paradigma nell’approccio alla crescita economica e sociale”.

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