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San Marino, Gatti (Pdcs) alla convention Ppe: “Questa è la nostra famiglia”/VIDEO

Alla convention organizzata a Fiuggi da Antonio Tajani per rilanciare Forza Italia c'è anche Marco Gatti, segretario della Dc sanmarinese

Pubblicato:10-09-2016 12:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:03

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ppe_fiuggiFIUGGI (Frosinone) – Coltivare e rafforzare i rapporti col Ppe, per aumentare l’integrazione fra San Marino e le istituzioni dell’Ue in vista di un possibile accordo di associazione. Con questo obiettivo Marco Gatti, segretario politico del Partito democratico cristiano sammarinese (Pdcs), ha partecipato a Fiuggi alla convention italiana del Partito popolare europeo, ‘L’Italia e l’Europa che vogliamo’, organizzata dal vicepresidente del Ppe Antonio Tajani. Alla due giorni laziale hanno contribuito il presidente del Ppe Joseph Daul e i massimi dirigenti nazionali di Forza Italia con esperienze di governo quali Maria Stella Gelmini, Gianfranco Micciché, Mara Carfagna, Renato Brunetta, Giovanni Toti. Presenti anche esponenti del mondo produttivo e associativo: il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo, il presidente Confartigianato Giorgio Merletti, il presidente Confapi Maurizio Casasco e il vicepresidente Confindustria Maurizio Stirpe.

Si è parlato di immigrazione, terrorismo e questione mediterranea, politiche per lo sviluppo di agricoltura e industria, il ruolo di Pmi e artigiani, ambiente e innovazione. “La nostra famiglia è il Ppe”, dice Gatti in una intervista alla Dire. Il Pdcs sammarinese è affiliato al Ppe: intrecciare rapporti con i vertici è una strategia imprescindibile per Gatti. Sulla Rocca si vota il 20 novembre: “San Marino- aggiunge Gatti- vive in un contesto economico come quello italiano ed europeo: la crisi economica e finanziaria che sta vivendo l’Italia e l’Europa è una crisi che sta vivendo anche San Marino. Oggi la sfida è rilanciare l’economia, creando nuovi posti di lavoro e nuove imprese che investano a San Marino. San Marino dal nostro punto di vista può essere un’opportunità anche per l’Italia”.

di Antonio Bravetti, giornalista professionista


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