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Emergenza climatica, l’idea dei Verdi: “Bollettino quotidiano dei morti, come per il Covid”

È la proposta (e insieme provocazione) lanciata da Danny Labriola, co-portavoce di Europa Verde a Bologna

Pubblicato:10-08-2022 15:56
Ultimo aggiornamento:10-08-2022 15:56

fabbrica inquinamento
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BOLOGNA – Come per il Covid, anche per i morti dell’emergenza climatica andrebbe fatto un conteggio quotidiano. Con tanto di bollettino aggiornato giorno per giorno. È la proposta (e insieme provocazione) lanciata oggi da Danny Labriola, co-portavoce di Europa Verde a Bologna. “Notti caldissime, afa soffocante, siccità, incendi- sottolinea- siamo tutti allo stremo e i numeri cominciano a riempire nuove macabre statistiche”.

Nelle prime due settimane di luglio, ad esempio, “Bologna ha registrato un picco di decessi per il caldo: +22% rispetto alle previsioni“. Da qui l’idea. “Dopo l’ormai collaudato bollettino quotidiano sul Covid, con numero di contagi e morti- afferma Labriola- propongo un bollettino quotidiano sulla crisi climatica con resoconto dei morti, della devastazione ambientale e magari anche delle soluzioni che esistono e che non vengono adottate”.

Secondo i Verdi, del resto, “di crisi climatica si muore, eccome. Il Ministero della Salute ha registrato nei primi 15 giorni di luglio un +21%, per un totale di 733 decessi nelle 33 città italiane oggetto di monitoraggio. Nel mese di giugno è stata registrata una mortalità del 9% superiore all’atteso”. E allora, insiste Labriola, “perché non valutiamo la crisi climatica con gli stessi parametri usati per il Covid, ovvero i decessi? Magari aggiungendo le morti premature per inquinamento atmosferico (oltre 60.000 in Italia e 300.000 in Europa nel 2019) e i disastri causati da alluvioni, siccità e incendi”.


I Verdi sono consapevoli che si tratta di “numeri difficili da raccogliere, ma sarebbe il modo per trattare l’urgenza, usare la stessa ‘potenza di mezzi’ e lo stesso allarme sociale, cercare subito soluzioni come abbiamo fatto per la pandemia. Chi pensa alla transizione ecologica come a una scusa per posticipare ancora il problema, è il problema stesso”, afferma Labriola.

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