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Elezioni, Bassetti ministro? Ecco le idee dell’infettivologo del San Martino

"Se me lo chiedessero non mi tirerei indietro, andrei a servire il mio Paese"

Pubblicato:10-08-2022 15:23
Ultimo aggiornamento:05-09-2022 15:10

bassetti concorda con meloni
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ROMA – Alla domanda se fare il ministro della Salute, Matteo Bassetti risponderebbe sì. Ma quale sarebbe il suo programma? Cerchiamo di capirlo sulla base delle sue più recenti posizioni pubbliche. “Mi sento un uomo dello Stato, perché lavoro per un’università pubblica, per un ospedale pubblico e ho sempre lavorato per il pubblico. Se me lo chiedessero non mi tirerei indietro, andrei a servire il mio Paese“, ha detto nel corso del suo intervento a ‘Zona Bianca’.

Il prossimo ministro della Salute, secondo il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, dovrà rispondere a molte sfide: dalla gestione della pandemia da Covid-19 a quella più recente del vaiolo delle scimmie. Un motivo in più per scegliere “un tecnico e a maggior ragione un infettivologo”, si legge in una intervista al Corriere della Sera.

Non c’è il tempo perché un politico arrivi e capisca come funziona il meccanismo, magari circondandosi di consulenti”. E sul fronte Covid cosa farebbe Bassetti se fosse ministro? “Se nel 2021 abbiamo dovuto correre molto velocemente per mettere in sicurezza una parte significativa del nostro paese- ha detto a Zona Bianca- oggi nessuno parla più di obblighi e nessuno dovrebbe più parlare di green pass. L’immunità mista (vaccino più immunità naturale) dà una fortissima protezione nei confronti della malattia grave. La quarta dose, quindi, dovrà essere riservata unicamente alle persone anziane e fragili poi, quando in autunno arriveranno i vaccini aggiornati, penseremo se estenderli anche alle altre persone”. “I vaccini aggiornati sulle varianti omicron da 1 a 5 funzionano- ha rassicurato su Facebook- E’ tutto nelle mani degli enti regolatori. EMA dovrebbe approvarli entro settembre, speriamo che ci riescano anche prima”.


L’assunto di base da cui parte Bassetti per motivare il ‘mai più obblighi’ nei confronti del Covid è differenziare: “Un conto era l’anno scorso, un altro quest’anno. Non confondiamo le due cose, perché di green pass in autunno non se ne deve proprio parlare. È stata una misura presa in un certo momento e, pur non essendo stata gradita da una parte, è stata funzionale al raggiungimento dell’obiettivo: portare il 90% degli italiani ad avere una copertura vaccinale. Oggi, avendo raggiunto questa percentuale, non è più il caso di continuare sul percorso del green pass”.

E sul fronte vaiolo delle scimmie? Bassetti invita l’Italia a svegliarsi: “C’è un problema di dosi di vaccino– ha scritto su Twitter- negli Stati Uniti la FDA autorizzerà che con una dose si potranno vaccinare 5 persone. Un modo per moltiplicare per 5 i vaccini disponibili. Urge la stessa decisione anche in Europa e in Italia”. Da ultima, ma non per ultima, la riforma della Sanità. “Non funziona”. Per il professore di Malattie infettive dell’Università degli studi di Genova è “una riforma arruffata e populista. Le case e gli ospedali di comunità sono solo l’ultima iniziativa fallimentare di questo ministro della salute. Dove si troveranno medici e infermieri che dovranno lavorare sette giorni su sette e h 24?”.

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