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Don Perrin saluta La Salle: “La gente non ha più voglia di pregare”

"Avrei voluto convertire la gente ma non ce l'ho fatta"

Pubblicato:10-08-2022 16:02
Ultimo aggiornamento:10-08-2022 16:02
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Silvio-Perrin
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AOSTA – “Sono affezionatissimo a questo paese, nonostante gli alti e i bassi. Avrei voluto convertire la gente ma non ce l’ho fatta“. Dopo 65 anni alla guida della parrocchia di San Cassiano di La Salle e 93 anni sulle spalle, don Silvio Perrin, prossimo alla pensione, affida ad un video diffuso sui social i saluti ai suoi parrocchiani. “La situazione del territorio è abbastanza triste- spiega- perché abbiamo tutto il necessario per i vecchi e per i giovani ma in realtà la gente non ha più voglia né di pregare, né di pensare al Signore o che ci sarà un’eternità davanti alla quale dovrà presentarsi. Questa è una situazione generale che riguarda tutto il mondo direi”.

E, pensando alla regione, afferma: “Da noi la pratica religiosa continua a diminuire, il seminario è chiuso da tre anni, cosa che non è mai capitata da secoli, mancano i preti e quelli che ci sono devono prendersi tre parrocchie”. Per don Perrin, “la situazione non migliorerà”. E aggiunge: “Come sacerdote mi dispiace enormemente, perché invece di avere dei buoni cristiani avrò dei buoni civili forse, ma poco praticanti e poco amanti di Dio“.

Nella sua lunga carriera alla guida della parrocchia di La Salle, don Silvio si è adoperato per la costruzione della casa famiglia e dell’oratorio, ha ristrutturato tutte le cappelle del territorio e ha costruito una casa per orfani in Romania e una scuola in Madagascar: “Oggi contano le cose materiali– dice, con un po’ di rammarico- è molto più facile sistemare la chiesa, la casa parrocchiale e le tante cappelle che abbiamo che non convertire un’anima dal lato spirituale”.


E spiega ancora don Silvio: “Mi viene male al cuore quando nel campo sportivo della parrocchia, che è bene che ci sia, vedo tanti ragazzi che giocano a calcio ma quando viene il momento di portarli in chiesa o vanno via oppure vengono quel momento e basta, poi è tutto come prima. E la cosa più impressionante, che non riguarda solo La Salle, è che una volta fatti i sacramenti i ragazzi ci salutano e ci dicono ‘Ciao prete ci vedremo forse al matrimonio’ e oggi come oggi è stato abbandonato anche quel sacramento. Sono tre anni che non celebro un matrimonio in paese”. Nei piani del sacerdote, che da domenica 14 agosto sarà sostituito da don Paolo Viganò, c’è la voglia di rimanere ad abitare in paese: “La casa di Saint-Pierre è molto bella ma mi sa di prigione- dice- qui invece conosco tanta gente che spero venga a trovarmi e con cui si possa costruire quell’amicizia vera, che forse non c’è stata quando ero sacerdote, ma che potrà crearsi ora che sono diventato uno di loro, che prega con loro”.

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