NEWS:

Turchia, ondata di attacchi in poche ore. La risposta del Pkk al bombardamento di Erdogan

A distanza di poche ore ore l'uno

Pubblicato:10-08-2015 13:55
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:29

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

turchia consolato istaA distanza di poche ore ore l’uno dall’altro, vari attentati hanno colpito la Turchia, lasciando una pesante scia di sangue e rinnovate tensioni tra la popolazione e il governo di Ankara. Il primo la scorsa notte contro una stazione di polizia nel quartiere di Sultanbeyli, ad Istanbul, nel quale sono rimasti feriti 3 poliziotti e 7 civili, mentre un quarto poliziotto è rimasto ucciso assieme a due attentatori nella sparatoria che ne è seguita. Nell’esplosione della bomba l’edificio è crollato, e sono saltate in aria anche alcune macchine parcheggiate nelle vicinanze.

Il secondo invece, avvenuto all’alba di oggi, ha visto coinvolto il consolato staunitense ad Istanbul: una donna e un uomo hanno aperto il fuoco contro l’edificio, scatenando un violento conflitto armato con la polizia che fortunatamente non ha causato vittime, e che si è conscluso con l’arresto della donna.

Un altro incidente è avvenuto nella regione sud orientale di Sirnak, nei pressi del Kurdistan turco, dove una volante della polizia è saltata in aria acausa di una mina: 4 gli agenti uccisi. Un sesto soldato è morto dopo che i miliziani hanno sparato con dei lanciarazzi contro un elicottero dell’Aviazione militare.


Gli attentati, che hanno preso di mira le forze di polizia, sono stati rivendicati dal Partito dei lavoratori curdo, il celebre Pkk messo fuori legge nel 1993 perché accusato di condurre azioni terroristiche. Il Pkk mira a creare tensioni all’interno del paese e a indebolire il già fragile governo di Recep Erdogan, che lo scorso 25 luglio ha avviato una campagna di bombardamenti contro le postazioni dei ribelli del Pkk curdo e dei miliziani neri dell’Isis al confine con Siria e Iraq. I Curdi, unica forza che da mesi sta combattendo per contenere l’avanzata jihadista, è da sempre in lotta con il governo centrale perché, come minoranza etnica, vorrebbe veder riconosciuti maggiori diritti, se non addirittura l’indipendeza. In netta opposizione con Ankara che punta invece a piegare tale irredentismo, e in particolare a eliminare la presenza dei seguaci del Pkk.

Di Alessandra Fabbretti

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it