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Rifiuti a Roma, Marino: “Chiusi Malagrotta e feci un nuovo piano, poi cancellarono tutto”

L'ex sindaco torna sull'emergenza dei rifiuti nella Capitale: "in 90 giorni chiudemmo quella discarica che andava chiusa nel 2007"

Pubblicato:10-07-2019 09:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:30
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ROMA – Sulla questione dei rifiuti della Capitale “io non so quale pensiero guidi, se c’è un pensiero, chi governa oggi Roma, ma certamente tutte le giunte che mi hanno preceduto hanno conservato una situazione in un cui l’unica soluzione per gestire i rifiuti era la grande buca di Malagrotta, con tutti gli interessi perseguiti dai privati. Noi in 90 giorni chiudemmo quella discarica che per motivi igienico-sanitari ed ambientali andava chiusa nel 2007, come aveva chiesto l’Unione Europea. Lo facemmo predisponendo un piano molto articolato che prevedeva la realizzazione di alcuni ecodistretti dotati di biodigestori destinati ad utilizzare l’umido, trasformando il rifiuto in ricchezza, perchè con gli scarti alimentari sarebbe stato prodotto gas”. Lo ha dichiarato il professor Ignazio Marino intervenendo questa mattina dagli Stati Uniti ai microfoni di Radio Roma Capitale.

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“Tutto questo venne cancellato in maniera incomprensibile dalle amministrazioni straordinarie e ordinarie che sono seguite alla mia esperienza. Sorprende- ha aggiunto- che sia stato cancellato quel nostro piano, soprattutto perchè è stato cancellato senza proporre altro”.


Quanto alla raccolta differenziata durante il suo mandato, Ignazio Marino ha detto: “Siamo passati dal 31% al 44% in poco meno di 28 mesi, un’accelerazione incredibile che ci ha portato ai livelli delle maggiori città europee. Dopo di noi però si è tutto fermato e oggi- ha sottolineato Marino- il dato è ancora intorno al 44-45%. Ciò significa che non solo non c’è stato impegno nel fare impianti ma neppure nel continuare il percorso virtuoso che iniziammo”.

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Ha dichiarato inoltre: “Oggi sorrido al fatto che con i soldi che davamo ai privati per l’utilizzo settimanale di un tritovagliatore io feci acquistare un tritovagliatore pubblico che venne definito dai partiti e dai media “il giocattolo di Marino”. Il M5S disse che non lo avrebbe mai utilizzato e invece oggi lo usa a pieno regime per far fronte all’emergenza. Forse andrebbero seguiti anche gli altri progetti che disegnammo e che sono facilmente reperibili nei cassetti del Campidoglio”.

L’ex sindaco ha poi ricordato il progetto messo appunto insieme ad Acea: “Eseguire un revamping, un ammodernamento di alcuni inceneritori che esistono e sono di proprietà di Acea. Anche questo progetto- ha concluso Marino- venne incredibilmente impedito e non è stato più ripreso”.

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