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VIDEO | Sicilia in chiaroscuro: ripresa lontana, ma punta sul digitale

Tavola rotonda di I-Com, Armao: "Fare strategia guardando al 2030"

Pubblicato:10-07-2019 08:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:30

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PALERMO – Le note dolenti dello scarso peso del settore manifatturiero e delle infrastrutture materiali, i buoni segnali dati dal turismo e il passo veloce sulla digitalizzazione. È una Sicilia in chiaroscuro quella che viene fuori dal #TavoloSicilia19 organizzato a Palermo da I-Com (Istituto per la competitività) che ha presentato alcuni dati dell’Osservatorio Orti sull’economia dell’Isola.

A Villa Malfitano si sono ritrovati per una tavola rotonda imprese, enti locali e la politica regionale, con i lavori che hanno visto la partecipazione del vicepresidente della Regione Siciliana Gaetano Armao.

“Dobbiamo avere una visione a lungo termine e guardare al 2030 facendo strategia – ha spiegato Armao -. I dati in nostro possesso purtroppo dicono che il contesto internazionale di crisi economica non fa crescere la Sicilia come dovrebbe. Dobbiamo accelerare la crescita e per fare questo bisogna individuare i punti di forza e spingere sul piano delle riforme e delle relazioni con l’Ue”.


Un passo indietro sulle ragioni della debolezza economica della Sicilia lo ha fatto il presidente di I-Com, Stefano da Empoli: “La Sicilia ha subito una recessione più dura rispetto a quella delle altre regioni nella prima decade degli anni duemila – ha spiegato – con una contrazione del Prodotto intorno al 15% e della manifattura di circa il 40%. Di fronte a questi dati molto negativi – ha aggiunto – ci sono alcuni primi segnali positivi come l’aumento dell’export negli ultimi due anni e l’aumento dei turisti stranieri, anche se quest’ultimo settore va sviluppato maggiormente”.

“Buono”, secondo da Empoli, il trend sugli investimenti esteri nell’isola “ma i valori – ha ricordato – sono ancora troppo bassi per una regione come la Sicilia“. Confermato il gap infrastrutturale, con tempi di percorrenza ancora troppo lunghi sulle linee ferrate, mentre per quanto riguarda le infrastrutture digitali l’isola primeggia nella classifica delle altre regioni italiane relativamente alla banda larga fino a 30 megabit per secondo. “La Sicilia ha dimostrato di essere un luogo digitalmente avanzato – ha spiegato il presidente di I-Com – ma ora bisogna far correre su queste reti digitali anche dei servizi particolarmente avanzati”. E di una regione “molto ambiziosa, che vorrebbe essere il primo polo per digitalizzazione dei servizi del Mediterraneo”, ha parlato anche Gianluca Sgueo, direttore area Istituzioni di I-Com. Su questo fronte è stata impegnata anche Open Fiber, azienda che si occupa della infrastrutturazione digitale: “Abbiamo avuto un ruolo da protagonisti nell’abbattimento del digital divide – ha ricordato Emanuele Briulotta, responsabile Area territoriale Sud Network & Operations di Open Fiber – lanciando un nostro programma sia con investimenti provati che pubblici. In Sicilia – ha aggiunto – abbiamo aperto duecento cantieri con una occupazione media di seicento persone al giorno”.

Le note stonate sul fronte delle infrastrutture reali, infine, sono controbilanciate dal buon andamento degli aeroporti di Palermo e Catania: “I dati dimostrano un decennio di risultati sempre più positivi che tuttavia non sono ancora sufficienti – ha ricordato il presidente di Gesap, società che gestisce l’aeroporto di Palermo, Tullio Giuffrè -. Manca ancora la possibilità di seguire con il trasporto aereo la vocazione all’export. Il sistema aeroportuale – ha aggiunto – dovrebbe accelerare questa capacità di export dell’economia siciliana”.

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