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BOLOGNA – Quattro bambini, la più grande di 13 anni e la più piccola di appena un anno, sarebbero sopravvissuti da soli per 40 giorni nella giungla colombiana, sopravvissuti dopo un incidente aereo avvenuto il primo maggio in cui la madre e i due piloti sono invece morti: una storia che ha dell’incredibile e che arriva dalla Colombia, raccontata dal quotidiano El Tiempo. I militari delle Forze armate colombiane li cercavano senza sosta dal 16 maggio, giorno in cui era stato ritrovato quel che restava dell’aereo su cui viaggiavano e il cadavere del pilota e della mamma. Le ricerche erano partite subito perchè nei dintorni dell’aereo sono stati viste impronte di piedi piccoli e, soprattutto, pezzi di frutta morsicati: questo ha acceso subito la speranza sulla possibilità che i bambini fossero sopravvissuti all’incidente. Oggi è arrivato il lieto fine.
(Le immagini sono state pubblicate dal ministro della Difesa Ivan Velasquez su Twitter)
Una vicenda in cui le domande sono tante. Ma intanto il ‘miracolo’ pare compiuto. Perchè i quattro bambini, benchè dimagriti, molto provati e pieni di punture di zanzare, sono vivi e sono stati ritrovati oggi dalla Forze militari della Colombia. Sono originari del gruppo indigeno Uitoto: la più grande è una femmina e si chiama Lesly Jacobombaire Mucutuy, di 13 anni, poi ci sono Soleiny Jacobombaire Mucutuy (9 anni), Tien Noriel Ronoque Mucutuy (4 anni) e la piccola Cristin Neriman Ranoque Mucutuy che ha solo un anno, compiuto mentre era nella giungla il 26 maggio. I quattro bambini, dopo il salvataggio, sono stati messi in salvo su un elicottero di soccorso e oggi sono arrivati a Bogotà: erano le 6 e mezza in Italia. Ora sono stati accompagnati in ospedale per esami di controllo e per aiutare la ripresa dell’alimentazione.
#GeneralGiraldo: “La unión de esfuerzos hizo posible esta alegría para Colombia”
— Fuerzas Militares de Colombia (@FuerzasMilCol) June 10, 2023
Gloria a los soldados de las @FuerzasMilCol, a las comunidades indígenas e instituciones que hicieron parte de la #OperaciónEsperanza” pic.twitter.com/LO3BPldLgD
Il ministro della difesa Ivan Velasquez ha parlato di miracolo: “Dall’Operazione Speranza all’Operazione Miracolo. Tantissimi complimenti alle forze militari e a chi non ha perso la speranza e ha lavorato giorno e notte per rendere possibile il Miracolo”.
De la Operación Esperanza a la Operación Milagro. ¡Felicitaciones inmensas a las @FuerzasMilCol y a quienes no perdieron la esperanza y trabajaron día y noche para que el milagro fuera posible. pic.twitter.com/GefgRXv2Kc
— Iván Velásquez Gómez (@Ivan_Velasquez_) June 10, 2023
L’incidente aereo era avvenuto il primo maggio: nello schianto era morta la madre Magdalena Mucutuy Valencia, il pilota Hernando Murcia Morales e anche un altro passeggero, il leader indigeno Yarupari Herman Mendoza Hernandez. L’aereo era stato ritrovato solo il 16 maggio, nei boschi vicino a Solano, nel sud del Paese. I corpi degli adulti erano stati ritrovati subito, ma dei bambini non c’era traccia. Le ricerche erano scattate subito, a maggior ragione visto che erano stati ritrovati dei pezzi di frutta che sembravano mangiati. Nel corso delle ricerche, che non si sono mai fermate, i soccorritori avevano trovato alcuni segnali della presenza dei bambini nella giungla, come tracce di una capanna di foglie e impronte recenti di scarpe. I primi oggetti ritrovati dai ricercatori nella foresta sono stati un paio di forbici viola e un elastico per capelli, riporta la Bbc pubblicandone le foto. La giungla in Colombia è una delle foreste più dense e impenetrabili del mondo, piena di pericoli: a quanto scrivono i media, i quattro bambini erano cresciuti con la nonna (che ora li potrà riabbracciare) e sono riusciti a sopravvivere quasi certamente grazie alle conoscenze di cultura indigena che lei ha tramandato loro.
Il 18 maggio il presidente della Colombia Gustavo Petro aveva annunciato il ritrovamento dei bambini forse in modo troppo frettoloso. Una Onlus aveva smentito il ritrovamento e per il presidente era arrivata una pioggia di critiche. Le ricerche però erano proseguite con grande intensità da parte dei militari, anche perchè i segnali del passaggio dei bambini continuavano a essere ritrovati. Erano stati anche lanciati anche oltre 100 kit di sopravvivenza contenenti acqua e cibo, sperando che questo potesse aiutare i bambini a sopravvivere.
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