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Figuraccia di La Russa in Tribunale, si presenta come difensore ma non può farlo

Brutta figura in aula per il presidente del Senato, che figurava come difensore di Unipol-Fonsai: un giudice di Bologna ha richiamato l'incompatibilità della funzione con la carica che ricopre

Pubblicato:10-06-2023 11:46
Ultimo aggiornamento:10-06-2023 18:02
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la russa
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MILANO – Finchè svolge la funzione di presidente del Senato, Ignazio La Russa non può esercitare la professione di avvocato. Ecco perchè tre mesi fa, a Bologna, l’avvocato che La Russa aveva delegato a rappresentarlo è stato accompagnato fuori dall’aula su richiesta del gip Nadia Buttelli durante un processo in cui il parlamentare di Fratelli d’Italia rappresentava la difesa di Unipol-Fonsai. Non proprio una bella figura, insomma. Un’amnesia sulla legge professionale forense che è costata al presidente del Senato una figuraccia, tanto più con un cliente-bandiera per lo storico esponente Fdi, che aveva assunto in prima persona la difesa del gruppo assicurativo bolognese in un processo per truffa intentato dalla compagnia nei confronti di un uomo che aveva subito due sinistri. Il sospetto era che facesse la cresta sui risarcimenti. Ma il tutto è poi finito in nulla per infondatezza della notizia di reato.

COSA DICE LA LEGGE PROFESSIONALE FORENSE

Per quanto riguarda la ‘dimenticanza’ di Ignazio La Russa, all’inizio del processo il parlamentare non era ancora presidente del Senato e quindi aveva assunto l’incarico di difendere Unipol. Ma poi si deve essere dimenticato cosa dice la legge professionale forense, la numero 247 del 2012 (poi aggiornata): l’articolo 20 disciplina le sospensioni dall’esercizio della professione e tra i motivi c’è anche il fatto di ricoprire la seconda carica dello Stato. Condizione che infatti è stata richiamata a marzo dal giudice di Bologna Nadia Buttelli, che ha optato per l’allontanamento dall’aula del legale mandato da La Russa in sua vece.

LA STORIA DEL PROCESSO

Il processo in questione era iniziato a Milano nel giugno 2021 con la Russa all’opposizione del governo Draghi, quindi legittimato ad esercitare come parlamentare; proseguito con una prima richiesta di archiviazione a cui La Russa si era opposto nel gennaio 2022 (con Fdi che saliva nei sondaggi) e di rimpallo in rimpallo finito poi a Bologna a marzo 2023, con La Russa nel frattempo divenuto capo dell’assemblea di Palazzo Madama da quasi sei mesi, essendo stato eletto il 13 ottobre 2022.


DI SOLITO SONO I POLITICI CHE SI FANNO SOSPENDERE DALL’ORDINE

Spesso sono gli stessi avvocati assurti a cariche monocratiche (dal presidente della Repubblica in giù, passando per i presidenti delle province autonome di Trento e Bolzano fino ai sindaci di città oltre i 500.000 abitanti) ad accertarsi all’Ordine di appartenenza della propria avvenuta sospensione. Lo prevede il comma 2 della 247, che recita che “l’avvocato iscritto all’albo può sempre chiedere la sospensione dall’esercizio professionale”.

LA RUSSA NON RISULTA SOSPESO, ALTRI SUOI COLLEGHI DI GOVERNO SÌ

La Russa s’è scordato nonostante sia trascorso qualche mese, e ancora oggi il suo nome non compare tra i 168 nominativi dell’Elenco dei sospesi dall’esercizio della professione “a domanda o disciplinarmente”, consultabile sul sito dell’Ordine degli avvocati di Milano. Due concittadini e colleghi, di professione e di governo (uno anche di partito) di La Russa che si occupano entrambi di Istruzione e Merito sono risultati molto più… meritori: si tratta dello stesso ministro Giuseppe Valditara (Lega) e del sottosegretario Paola Frassinetti (Fdi), entrambi presenti nell’elenco dei sospesi.

FONTI SENATO: “SOSPENSIONE VIENE FATTA D’UFFICIO”

Dalla presidenza del Senato, in una nota, fanno sapere che “per la figura del Presidente del Senato è prevista ex lege la sospensione d’ufficio dall’esercizio della professione di avvocato”. Eppure, il nome di La Russa non figura, ad oggi, nell’elenco di quelli sospesi sul sito dell’Ordine degli avvocati di Milano. nonstante siano passati sei mesi dall’incarico di presidente del Senato.

La nota prosegue dicendo che non c’è stata “nessuna mancanza o amnesia da parte del senatore La Russa”, che, precisano, “da quando è stato eletto Presidente del Senato, non ha mai esercitato in alcun modo la professione“. Fanno inoltre notare che nessun avvocato dello studio legale La Russa sia stato ‘allontantanato’ dall’aula giudiziaria di Bologna, “dove per altro la presenza non era, per legge, a partecipazione necessaria”. Ma l’avvocato che è stato invitato a uscire dal giudice non era un collega di studio di La Russa, bensì un legale bolognese delegato a partecipare.

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