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Marina militare, a Gaeta è festa per i 161 anni della forza armata del mare

Le massime autorità hanno presenziato alle celebrazione per il 161esimo anniversario della Marina militare

Pubblicato:10-06-2022 16:20
Ultimo aggiornamento:10-06-2022 16:20
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MARINA MILITARE
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ROMA – Il Golfo di Gaeta ha tutte le sfumature dell’azzurro questa mattina mentre l’Inno nazionale apre ufficialmente la giornata con cui la Marina militare celebra a Gaeta, in piazza Caboto, il 161° anniversario della sua fondazione alla presenza delle massime autorità. Storia e cronaca si fondono nei discorsi delle massime autorità della Difesa. Da una parte la data che rimanda all’impresa di Premuda, azione navale eroica della Marina italiana del 10 giugno 1918 nella Grande Guerra, dall’altra la guerra in Ucraina che sta trasfigurando il volto stesso della guerra accentuandone il suo aspetto mediatico e di veloce circolazione di news, fake news e immagini con i rischi dovuti al salto tecnologico che porta il conflitto su più domini contemporaneamente e che rende la ‘guerra ibrida’, nelle parole del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ancor più minacciosa.

GUERINI: INGIUSTIFICATA AGGRESSIONE RUSSIA HA RIVERBERI NEL MEDITERRANEO

E’ il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, a ricordare il fascino storico e culturale legato alla storia della navigazione e a quel poetico solcare i mari: “Siamo la civiltà di Ulisse“, ha detto, ricordando nella cerimonia di oggi “il momento d’alto valore simbolico, la consegna della Bandiera di Combattimento alla nave Antonio Marceglia, che ha già positivamente operato, a servizio del Paese, in importanti operazioni ed entra ora a far parte, anche a questo livello, della grande famiglia della Marina Militare”.

Ha parlato Guerini dell’importanza strategica del “Mediterraneo allargato, come evidenziato nella recente direttiva ‘Strategie di sicurezza e difesa per il Mediterraneo'” e il valore delle missioni Gabinia nel Golfo di Guinea, Atalanta, “volta a contrastare la pirateria lungo il Corno d’Africa, nel Golfo di Aden” e infine il coinvolgimento della Marina nel quadro della missione IRINI per garantire “l’effettività delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU che vietano, dal 2011, il traffico di armi da e per la Libia, presidiando il Mediterraneo centrale”.


Un Mare nostrum che contiene “il 20% del trasporto marittimo mondiale”, su cui “l’ingiustificata aggressione della Russia ha riverberi” e di cui Guerini ha tenuto a sottolineare il “peso culturale e quindi politico. Non sorprende che il Mediterraneo- ha ribadito il ministro- sia al centro dell’attenzione dell’Italia, dell’Europa e della NATO – di cui costituisce il cosiddetto Fianco Sud – in funzione della sua preminente posizione preminente in termini di salvaguardia degli equilibri di sicurezza mondiali. Basti ricordare che Napoli, città mediterranea, è sede dell’Allied Joint Force Command”.

Ha ricordato infine i numeri della grande esercitazione Mare aperto 2022: “Attività addestrativa combinata e congiunta che ha visto impegnati più di 4.000 militari di diverse Forze Armate e di 7 nazioni della NATO, in esercitazioni effettuate tra l’Adriatico, lo Ionio, il Tirreno e il Canale di Sicilia”.

E proprio sull’importanza strategica del Mediterraneo, sul ruolo delle Forze Armate, su un una ‘deterrenza’ che non dimentichi il quadrante meridionale e le sfide impellenti dell’attualità rese ancor più intense dal conflitto nel cuore dell’Europa si sono concentrati l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo dello Stato Maggiore della Difesa e l’Ammiraglio Enrico Credendino Capo di Stato Maggiore della Marina.

CREDENDINO: IMPEGNATI IN ATTIVITÀ OPERATIVE GIORNALMENTE

“I concetti di cooperazione, integrazione e interoperabilità con le altre Forze Armate, e con le altre Marine- ha detto il Capo di Stato Maggiore della Marina Credendino- sono ben radicati in tutto il nostro personale: sono elementi insiti nel nostro dna. Giornalmente siamo impegnati in attività operative in ambito Nato, Ue, Onu, di coalizione e nazionale, con circa 3000 donne e uomini, dal golfo di Guinea alle acque dell’Oceano indiano e del golfo Persico, in Mar Rosso e nell’intero Mediterraneo con diverse operazioni e si tratta di uno sforzo operativo pienamente coerente con la direttiva ministeriale sulla strategia di sicurezza e difesa per il mediterraneo”.

Ha specificato l’Ammiraglio, guardando allo scenario attuale, come “il contrasto alle minacce e ai rischi per la sicurezza pervade chiaramente tutte e cinque le dimensioni, ma i loro effetti si riverberano, tramite il mare, sulle nostre frontiere, nonché su quelle dell’Unione Europea e dell’area euro-atlantica, e si sovrappongono in quello che è il fianco sud della Nato: il Mediterraneo”, ha ribadito ricordando l’attualità di questo rischio: “Il quadro dell’insicurezza marittima della regione mediterranea si è esacerbato e ha accentuato le sue conseguenze a seguito dell’emergenza pandemica prima e, successivamente, del conflitto armato in Ucraina, come ad esempio con l‘incremento della presenza nel mediterraneo di navi combattenti e sommergibili russi con capacità missilistiche strategiche”, ha ricordato ancora Credendino. Allerta, addestramento ma anche equipaggiamento tecnologico in evoluzione: “Parlo, per esempio, della disponibilità di moderni sommergibili, molto insidiosi, o della capacità missilistica strategica deep strike capace anche di colpire obiettivi terrestri in possesso di alcuni paesi della sponda sud del bacino. Quindi, la sicurezza dell’intera regione – cruciale per l’Italia e per l’Europa- ha sottolineato il Capo di Stato Maggiore della Marina- impone che i mari vengano presidiati costantemente, con mezzi pronti ed equipaggi sempre addestrati. Il vantaggio strategico marittimo passa anche dall’eccellenza della cantieristica, dell’industria strategica della difesa nonché delle pmi di settore del paese, che hanno permesso la realizzazione di gioielli tecnologici come la fregata multimissione, Antonio Marceglia”, ha proseguito Credendino.

CAVO DRAGONE: RISPETTO DEL VALORE DELLA VITA UMANA

E proprio sui cambiamenti che stanno trasfigurando il volto della guerra e sull’impatto della tecnologia è tornato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, già Capo di Stato Maggiore della Marina che, nel suo intervento, ha ripercorso il filo rosso della storia spiegando come sia cambiato il volto della guerra dalla memoria di imprese eroiche come Premuda o Alessandria d’Egitto: “Trionfi eroici e di valori come l’amore della Patria, il coraggio l’audacia, ma anche l’onore e il rispetto tra militari avversari secondo il codice etico della guerra quando i valori delimitavano il tempo e il perimetro della stessa”, ha ricordato Cavo Dragone, sottolineando il rispetto del “valore del nemico e della vita umana.

Nel contesto odierno- ha spiegato il Capo di Stato Maggiore della Difesa- parliamo di guerra ibrida”, ed è evidente come si ‘stia evolvendo in un conflitto senza regole né confini con poco spazio per onore e valori intangibili come quello della vita umana. Il conflitto russo-ucraino- ha aggiunto ancora l’Ammiraglio Cavo Dragone- sta portando a un salto di qualità tecnologica che rende la guerra ibrida ancor più minacciosa“. Ha ricordato l’evidenza del multidomonio che caratterizza ormai la guerra e “il nuovo modello di deterrenza tecnologica e operativa necessario per scoraggiare la crisi. I contenuti fondanti della deterrenza sono l’ancoraggio a un mondo etico, ai principi della Costituzione, l’appartenenza alla Nato, l’Ue e le Nazioni Unite, secondo un modello operativo interforze e multidominio. Le forze armate- ha specificato- hanno un ruolo centrale secondo un approccio interdicasteriale, interagenzia, intergovernativo e orientato al consolidamento della sovranità tecnologica nazionale. I risultati dell’esercitazione Mare aperto ci dicono che quella è la strada giusta” e a proposito di deterrenza il Capo di Stato Maggiore della Difesa ha richiamato ancora una volta la massima attenzione anche al “quadrante meridionale dove la Marina militare ha un ruolo da protagonista”.

MITRANO: GAETA E MARINA VINCOLATE DA UN LEGAME STORICO

Siamo davvero orgogliosi. Questa giornata rimarrà per sempre scolpita nel mio cuore’, ha dichiarato con emozione il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano che ha ricordato il legame forte tra la Forza Armata del mare e la città che oggi ha fatto da cornice a questa festa delle donne e degli uomini marinai: “Orgogliosamente vincolata alla Marina da un legame storico che risale al 1861, quando la flotta italiana, dopo la fusione delle Marine sarda, toscana, garibaldina e napoletana nella nuova Marina unitaria, ha combattuto la sua prima battaglia contro la fortezza borbonica di Gaeta, contribuendo a debellare l’ultima resistenza di quel passato regime. A Gaeta si è scritta la prima pagina del nuovo stato unitario“, ha concluso. La mattinata, che è stato possibile seguire anche in streaming sui canali della Marina, si è conclusa con la consegna delle onorificenze.

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