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Omofobia, la Cei attacca: “No a una nuova legge, si rischia deriva liberticida”

I vescovi italiani si schierano contro la proposta di legge sull'omotransfobia in discussione in Parlamento

Pubblicato:10-06-2020 10:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:28

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ROMA – Non serve una nuova legge contro l’omofobia. I vescovi italiani prendono posizione contro quella che definiscono “un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici” che “rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – piu’ che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono gia’ state introdotte”.

In una nota intitolata “I vescovi contro ogni discriminazione”, la presidenza della Cei interviene sul dibattito parlamentare che dovrebbe sfociare a luglio in un nuovo testo di legge, con il possibile inasprimento delle sanzioni.

“Sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papa’ e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Cio’ limita di fatto la liberta’ personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso”, avvertono i vescovi che si dicono fermamente convinti che, “oltre ad applicare in maniera oculata le disposizioni gia’ in vigore, si debba innanzitutto promuovere l’impegno educativo nella direzione di una seria prevenzione, che contribuisca a scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona. Su questo non servono polemiche o scomuniche reciproche, ma disponibilita’ a un confronto autentico e intellettualmente onesto. Nella misura in cui tale dialogo avviene nella liberta’, ne trarranno beneficio tanto il rispetto della persona quanto la democraticita’ del Paese”.


BUSINAROLO: VESCOVI PRENDANO ATTO DI DISCRIMINAZIONE

“Sono molto sorpresa dalla reazione dei vescovi contro la legge sull’omotransfobia che stiamo discutendo in commissione. Affermare , come fanno i vescovi italiani, che “esistono gia’ adeguati presidi” per contrastare questo fenomeno significa non voler prendere atto di una dura realta’ di discriminazione nei confronti della quale noi sentiamo la responsabilita’ politica ed etica di intervenire”. Lo afferma Francesca Businarolo Presidente della commissione Giustizia della Camera, deputata M5S.

ZAN (PD): PAROLE CEI SORPRENDONO, NESSUN LIMITE LIBERTÀ ESPRESSIONE

“Sorprendono le critiche della Presidenza Cei alla legge contro l’omotransfobia, il cui testo unificato ancora non e’ stato depositato e su cui stiamo ancora lavorando. Lo ripeto per l’ennesima volta a scanso di fraintendimenti: non verra’ esteso all’orientamento sessuale e all’identita’ di genere il reato di ‘propaganda di idee’ come oggi e’ previsto dall’art. 604 bis del codice penale per l’odio etnico e razziale. Dunque nessuna limitazione della liberta’ di espressione o censura o bavaglio come ho sentito dire in questi giorni a sproposito. Il testo base contro l’omotransfobia, che tra pochi giorni verra’ adottato in Commissione Giustizia della Camera, interviene sui reati di istigazione a commettere atti discriminatori o violenti e sul compimento di quei medesimi atti per condotte motivate dal genere, dall’orientamento sessuale e dall’identita’ di genere. E estende ai reati comuni commessi per le stesse ragioni l’aggravante prevista dall’articolo 604-ter. Nulla di piu’, ma neanche nulla di meno. Stiamo parlando infatti di vittime vulnerabili e che proprio per questo necessitano di una tutela rafforzata. Stiamo parlando di storie di ragazzi che vengono picchiati per strada solo perche’ si tengono per mano o che vengono aggrediti, bullizzati e uccisi solo per il loro orientamento sessuale o la propria identita’ di genere”. Cosi’ il relatore del Ddl contro l’omotransfobia Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico.

“Non si tratta dunque- spiega Alessandro Zan- di una legge contro la liberta’ di opinione, ma di una legge che protegge la dignita’ delle persone. La mancanza di una legge contro l’omotransfobia in Italia ci colloca agli ultimi posti in Europa per accettazione sociale delle persone Lgbt+. Questo stato delle cose non e’ piu’ accettabile per un Paese civile. Il faro delle nostre riflessioni sono le parole del presidente Mattarella, secondo cui ogni discriminazione motivata dall’orientamento sessuale oltre a ledere i diritti umani, viola il principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione. Non c’e’ piu’ tempo”.

ADINOLFI (PDF): BENE LA CEI SU LEGGE ZAN

Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia (PdF), commenta positivamente la nota della presidenza della Conferenza episcopale italiana contraria al ddl Zan-Scalfarotto: “Le parole della presidenza della Cei sono nette e inequivocabili, bene davvero il no alle derive liberticide che sono insite nell’idea stessa della normativa proposta. Scalfarotto di Italia Viva e Zan del Partito Democratico hanno ricevuto una risposta chiara al loro tentativo di imbavagliare milioni di cattolici. La dichiarazione della Cei e’ segno che abbiamo combattuto bene la battaglia, anche tatticamente, quando ci dicevano che come Popolo della Famiglia eravamo isolati nello scegliere questo come territorio di difesa della liberta’ e dei diritti di tutti, in particolare della mamme e dei papa’. Oggi e’ una giornata di festa e di vittoria per tutto il PdF. Da oggi (credo sia chiaro a Giuseppe Conte e Matteo Renzi, da tempo dante causa del tentativo di azione liberticida di Ivan Scalfarotto contro i cattolici) la legge Zan-Scalfarotto sull’omofobia politicamente non esiste piu'”.

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