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Caporalato, 52 arresti tra Calabria e Basilicata

La maxi operazione anticaporalato condotta dalla Guardia di finanza di Cosenza ha portato anche al sequestro di 14 aziende agricole

Pubblicato:10-06-2020 09:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:28
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POTENZA – È scattata all’alba di oggi la maxi operazione anticaporalato condotta dalla Guardia di finanza di Cosenza, che ha interessato la Calabria e la Basilicata. I militari hanno arrestato 52 persone, 14 in carcere e 38 ai domiciliari, tra Cosenza e Matera. Per altre otto persone e’ stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sequestrate 14 aziende agricole di cui 12 si trovano in Basilicata e due in provincia di Cosenza.

L’operazione ha coinvolto oltre 300 finanzieri del comando provinciale di Cosenza, con l’ausilio di militari dei reparti di Catanzaro e Crotone. L’ordinanza di applicazione di misura cautelare e’ stata emessa dal gip di di Castrovillari, Luca Colitta, su richiesta del pm Flavio Serracchiani, a carico di 60 persone, indagate per associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

OPERAZIONE DEMETRA: “OLTRE 200 I BRACCIANTI STRUTTATI”

“Oltre 200 i braccianti reclutati e condotti sui campi in condizioni di sfruttamento, a cui si e’ imposto di lavorare in assenza di dispositivi di protezione individuale, impiegati in turni di lavoro usuranti e costretti ad accettare condizioni di lavoro degradanti e non conformi alle prescrizioni vigenti nel settore. E’ quanto emerso nell’operazione Demetra della guardia di finanza contro il capolarato che ha interessato la Calabria e la Basilicata.
L’indagine parte dal controllo, effettuato dai finanzieri della Tenenza di Montegiordano (Cosenza), di un furgone che, diretto nelle campagne lucane, percorreva la SS 106 Jonica con a bordo alcuni braccianti agricoli provenienti dalla sibaritide in Calabria. Le attivita’ d’indagine hanno condotto all’identificazione di numerosi italiani e stranieri, in particolare, di nazionalita’ pakistana, magrebina e dell’est Europa, impegnati in un’organizzata e fiorente attivita’ di sfruttamento illecito di manodopera bracciantile e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nella piana di Sibari.


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