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‘Aperitivo al buio’, un Fablab sensibilizza alla cecità

L'happy hour si è trasformato in un evento unico nel suo genere: una degustazione di cibo e buon vino dove i soli sensi consentiti sono stati il tatto, l'olfatto, l'udito ed il gusto

Pubblicato:10-06-2019 14:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:24
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ROMA – Un’esperienza sensoriale mirata alla comprensione di un punto di vista ‘diverso’, avvolti nel buio per stimolare e ravvivare i sensi e cercare di capire la quotidianità dei non vedenti. E’ l’iniziativa organizzata dal Cad, il Cantiere analogico digitale di via di Portonaccio, nato in una fabbrica dismessa a pochi metri dalla stazione Tiburtina e diventato un vero e proprio cantiere della creatività, dove lo scorso 31 maggio l’happy hour si è trasformato in un evento unico nel suo genere: una degustazione di cibo e buon vino dove i soli sensi consentiti sono stati il tatto, l’olfatto, l’udito ed il gusto.

I partecipanti si sono calati nei panni dei non vedenti entrando in una sala completamente oscurata per vivere un’esperienza collettiva di vicinanza alle difficoltà di tutti i giorni per chi ha una disabilità. Cameriere d’eccezione il professore Luciano Pulera’, docente di Storia della Filosofia Antica presso l’Universita’ La Sapienza e cieco dalla nascita, che durante l’aperitivo, ha aperto un dialogo informale con il pubblico sulle tematiche legate alla condizione di cecita’, sulle forme di pregiudizio presenti all’interno della nostra societa’, sulle barriere quotidiane che si devono affrontare in una citta’ come Roma. Scopo dell’evento e’ stato la raccolta di fondi per la realizzazione di un Coworking per non vedenti e ipovedenti, per l’acquisto di macchinari come un Display Braill, Screanreader, Software per video ingrandimenti e Stampante Braill, oltre all’acquisto di computer per la realizzazione di corsi di informatica per non vedenti o ipovedenti e per la creazione di mappe tattili del quartiere, ai fini di consentire un servizio alla citta’ per chi e’ affetto da disabilita’ visiva. Un occhio di attenzione all’iniziativa è arrivato anche da rappresentanti delle istituzioni. Alla serata hanno partecipato Marta Leonori, consigliera Pd Regione Lazio, Leslie Capone, vicepresidente e assessore alle Attività Produttive dell’VIII Municipio, Emiliano Sciascia Consigliere Pd IV Municipio.

Per Leonori, “l’aperitivo al buio è stata un’incredibile occasione non solo per sensibilizzare ma soprattutto per superare stereotipi e semplificazioni sulle barriere fisiche e culturali che incontrano le persone cieche e ipovedenti. La possibilità di creare un fablab senza barriere e che possa produrre opere e servizi dedicati- ha sottolineato l’esponente Dem- è un’ottima idea e mi impegno a verificare come la Regione possa inserirla tra le iniziative che promuove per la creazione di attività produttive accessibili e per l’abbattimento delle barriere architettoniche in tutti i settori”.


Per Capone è stata “un’esperienza originale e istruttiva, straniante nella percezione dell’ambiente, con una diversa acutezza degli altri sensi. La mancanza di vista- ha osservato il vicepresidente dell’VIII Municipio – influisce pure sul gusto e sul sapore spingendo a riconsiderare ovviamente la rappresentazione del mondo circostante”. “Ottima iniziativa” quella del Cad anche per Sciascia. “Entrando nella sala buia, allestita appositamente per questa occasione- ha raccontato il consigliere municipale – ho provato un senso di totale disorientamento ed incapacità a muovermi. Fortunatamente avevamo Luciano come valida guida all’interno. Iniziativa interessante sia perché sensibilizza le istituzioni in relazione ad un tema così delicato sia perché è volta a raccogliere fondi a sostegno dell’inclusione delle persone non vedenti nelle attività quotidiani realizzate dal Cad”. 

Il Cantiere Analogico Digitale nasce in una fabbrica dismessa a pochi metri dalla stazione Tiburtina, che viene trasformata, con l’aiuto di un team di creativi, in un vero Cantiere, o meglio in una vera e propria Fabbrica della Creatività Digitale. L’Idea, si direbbe prendere spunto dalla Fabbrica di Cioccolata di Roald Dahl, dove tutto il possibile diventa obsoleto, mentre il geniale diventa realtà. Così, Alessandra Barberio e Jonathan Castellucci (fondatori del CAD) hanno immaginato questo straordinario spazio di 500 mq nel cuore di Roma a Casal Bertone. I 200 mq di coworking, insieme ai laboratori di creazione digitale con macchinari e apparecchiature standard della rete Fab Lab, alla falegnameria 2.0 creano uno spazio dinamico di collaborazione tra creativi, artigiani e aziende. Il CAD è diventato un polo dedicato all’innovazione tecnologica, dove start up, professionisti, freelance, artisti e creativi possono operare, collaborare e promuovere nuove opportunità di business, coworking ed iniziative legate al mondo della produzione artigianale, artistica e dell’intrattenimento.

L’obiettivo è mettere a servizio della creatività un vero “Cantiere Digitale” dove si incontrano molteplici discipline che creano un laboratorio ricco di contaminazioni, sempre in evoluzione e, dove le idee possono trasformarsi in preziosi input per futuri progetti. La sfida di Cantiere digitale è quella di riunire differenti discipline, esterne al mondo dell’ufficio, che spaziano dai diversi campi dell’artigianato, ormai sempre più al passo con le nuove tecnologie, passando per la musica fino alla realtà aumentata ed al video mapping. A livello operativo l’idea è anche quella di organizzare corsi di formazione, workshop tematici e laboratori di progettazione al fine migliorare e creare nuove figure professionali.

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