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Padron Conte e i due cuccioli… prima ribelli alla fine docili

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di stampa Dire, per DireOggi

Pubblicato:10-06-2019 15:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:23

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ROMA – Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel fine settimana ha pure postato una foto: lui sdraiato in un prato in maglietta che gioca con due cuccioli di cane. E stasera, tardi, Conte se la dovrà vedere con i suoi due ‘cuccioli’ ribelli, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, in un vertice che dovrà mettere a punto il contratto con le nuove urgenze e il prossimo rimpasto della squadra di Governo.

Domani il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, illustrerà alla Camera e poi al Senato che cosa intende fare per arrivare ad un accordo con la Commissione europea, che ha di fatto bocciato i conti dell’Italia e chiesto la procedura d’infrazione.

La linea di Tria si sposa perfettamente con quella del presidente del Consiglio, che in più occasioni ha detto che con l’Europa si tratta e non si rompe, perché con la rottura è tutto il Paese che diventerebbe bersaglio ideale per gli speculatori finanziari.


Questa linea, però, non pare condivisa dai due leader politici che, invece, spingono per una posizione più netta e, soprattutto, a far passare le nuove proposte sulla flat tax e sul salario minimo. Misure che devono trovare copertura finanziaria e che, sia Conte che Tria, non pensano di varare aumentando ancora il debito.

Che fare? Nei Palazzi della politica tutti pensano che alla fine si troverà l’accordo e che ognuno, per il suo verso, parlerà di vittoria. Il più esposto, al momento è Matteo Salvini, pur avendo stravinto le elezioni Europee e portato a casa un ottimo risultato alle comunali. Ritrovata la sintonia con l’alleato del M5S, il leader della Lega non può forzare, ma deve assolutamente portare a casa risultati concreti per chi lo ha fatto vincere.

A partire dallo sviluppo, visto che stanno aumentando le voci critiche che arrivano dalle categorie degli imprenditori, infuriati per la misura dei mini bond che Salvini vorrebbe usare per pagare i creditori del pubblico: «Con quelli ci paghino gli stipendi dei politici», hanno tagliato corto.

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