NEWS:

VIDEO | Cultura, idea app per i tesori africani. E il 21 a Teramo arrivano i rettori

A Teramo si terrà la Conferenza dei rettori delle università africane. Pronte sei applicazioni nei prossimi tre anni per far conoscere ai giovani i tesori culturali

Pubblicato:10-06-2019 15:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:23

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Le chiamiamo ‘heritage app‘ e serviranno anche a dare il giusto valore alle opere che la Francia si è impegnata a restituire all’Africa” dice Webber Ndoro, direttore generale del Centro internazionale per lo studio della conservazione e del restauro dei beni culturali (Iccrom). Originario dello Zimbabwe, studi e master in Europa, da Cambridge alla Svezia, questo storico e archeologo guida un’organizzazione che ha ben 136 Stati membri. A Roma, in un’intervista con l’agenzia ‘Dire’ prima di far tappa a Teramo, dove il 21 giugno si terrà la Conferenza dei rettori delle università africane, il focus è però tutto sulla regione subsahariana.

La grande maggioranza delle popolazioni africane è costituita da giovani e dai giovani bisogna partire per una consapevolezza nuova del patrimonio” sottolinea Ndoro. Le “heritage app” nascono dall’idea che le tecnologie digitali possano aiutare a “rendere popolare” l’arte, la storia e la natura, trasformandole anche in opportunità di lavoro e crescita. Iccrom conta di lanciare sei applicazioni ad hoc nei prossimi tre anni, ricollegandosi anche agli impegni assunti lo scorso anno dal presidente francese Emmanuel Macron.

“Immaginiamo una app per il Museo dei Palazzi reali di Abomey in Benin” annuncia ad esempio Ndoro. “Parigi ha promesso di restituire alcune delle opere trafugate nel 1892 e noi vogliamo che le comunità locali siano pronte a capirne e apprezzarne il valore”. Quella di Macron sarebbe “una buona mossa”, insomma, ma andrebbe accompagnata con iniziative di sensibilizzazione a 360 gradi. “Queste opere furono trafugate oltre cento anni fa” sottolinea Ndoro: “Il rischio è che diventino solo ‘pezzi da museo’, estrenei alla vita e alle conoscenze delle comunità africane, quelle che dovrebbero custodirle e proteggerle”.


L’app dei Palazzi reali di Abomey porterebbe sugli smartphone informazioni e immagini delle 26 statuette in arrivo dalla Francia e più in generale testimonianze di secoli di storia dell’antico Regno di Dahomey. Secondo Ndoro, però, anche a Teramo, lo sguardo è rivolto soprattutto al futuro. “L’obiettivo – assicura il direttore – è che i giovani capiscano come arte e cultura possano diventare occasioni di impresa e crescita, che si tratti di Abomey o del carcere di Robben Island, un altro dei siti scelti per le heritage app”.

MONSIGNOR LEUZZI (TERAMO): ASPETTIAMO I RETTORI AFRICANI

Le università sono polo per una cooperazione “non assistenzialistica”, sintonizzata su una globalizzazione “che valorizzi le potenzialità dei popoli”: così all’agenzia ‘Dire’ monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo della diocesi di Teramo-Atri, su una conferenza che nella città abruzzese riunirà i rappresentanti di decine di atenei africani. “Si terrà il 21 giugno, nel quadro del Secondo forum internazionale del Gran Sasso” ricorda monsignor Leuzzi, preannunciando la partecipazione di 35 rettori e circa 250 relatori. Secondo il vescovo, “con la Conferenza si vuole rilanciare una cooperazione intesa come disponibilità a creare occasioni di formazione per favorire lo sviluppo soprattutto in Africa“.

L’assunto è che “in questo momento storico” è importante “ricreare le condizioni perché ogni popolo e ogni comunità nel proprio territorio sia capace di progettare la propria esperienza sociale”. Secondo monsignor Leuzzi, “si tratta di rilanciare il senso di una globalizzazione che non emargina né soffoca le potenzialità dei popoli ma al contrario le valorizzi e le proietti in una dimensione internazionale”.

L’intervista si tiene a margine della presentazione della Conferenza dei rettori delle università africane, in programma a Teramo sul tema ‘Tutela del patrimonio culturale e naturale e risorse attraverso la prevenzione: professioni attuali e nuove’. Al centro dei lavori il concetto di “prevenzione”, analizzato nelle sue implicazioni professionali e sul campo, in particolare nel contesto africano. Una prospettiva chiave, secondo monsignor Leuzzi, sarà quella della “formazione delle nuove classi dirigenti“.

“A Teramo abbiamo già molti studenti africani e ci stiamo preparando a ospitarne di nuovi, anche tramite accordi con centri di ricerca specializzati come l’Istituto zooprofilattico” sottolinea il vescovo. “Vogliamo che, al rientro nei loro Paesi di origine, questi giovani portino un’esperienza nuova”.

DEL RE: CON I RETTORI AFRICANI RILANCIAMO SPERANZA

È un appuntamento che dà speranza, rilanciando la battaglia per la conservazione del patrimonio culturale e ambientale: così oggi il viceministro degli Esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re, sulla Conferenza dei rettori delle università africane che si terrà a Teramo il 21 giugno. Secondo Del Re, intervenuta a una presentazione ospitata dal Senato, “l’incontro permetterà di aggredire il problema attraverso lo studio della situazione e delle prospettive, identificando percorsi di sviluppo e formazione necessari in Africa, un continente dove circa il 60 per cento della popolazione ha meno dei 25 anni”.

Il viceministro ha sottolineato il ruolo centrale storicamente ricoperto dall’Italia nella tutela dei beni culturali, negli anni Novanta del secolo scorso anche con l’impegno dei suoi militari nei Balcani, dalla Bosnia al Kosovo, a tutela di monasteri ortodossi o moschee, e più di recente con il sostegno alla risoluzione 2347: un testo approvato nel 2017 dal Consiglio di sicurezza, a partire da un’iniziativa di Roma e Parigi, per contrastare la distruzione e i traffici illeciti di beni storici in contesti di conflitto. Alla Conferenza dei rettori, ospitata a Teramo nel quadro del Secondo forum internazionale del Gran Sasso, è attesa la partecipazione di circa 35 rettori di atenei africani. Circa 250 i relatori previsti.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it