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Corleone ‘espelle’ Salvuccio Riina: “Non lo vogliamo, vada via”

Ordine del giorno del Consiglio approvato all'unanimità

Pubblicato:10-05-2023 20:01
Ultimo aggiornamento:10-05-2023 20:01
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PALERMO – Salvuccio Riina, figlio del ‘capo dei capi’, “è stato condannato per vari delitti con l’aggravante della partecipazione organica alla mafia, dalla quale non si è mai allontanato”, e inoltre “non ha mai mostrato alcun segno di ravvedimento”. È il giudizio durissimo espresso dal consiglio comunale di Corleone, la cittadina palermitana che ha dato i natali ai Riina. Lì da alcuni giorni il figlio di Totò ‘u curtu è ritornato, chiedendo la residenza nella casa di famiglia. Un Ordine del giorno approvato all’unanimità, però, lo respinge con fermezza.

“PRESENZA INOPPORTUNA E NON GRADITA”

Il sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, la sua Giunta e il Consiglio auspicano “che le autorità obblighino Riina a lasciare la città”. La presenza di Riina junior in paese è considerata infatti “inopportuna e non gradita”. Il figlio di Totò Riina viene definito “pericoloso” non essendosi “mai distaccato” da Cosa nostra.

IL SINDACO: “RIINA JR VADA VIA DA CORLEONE”

L’Ordine del giorno e il verbale della seduta saranno inviati al prefetto di Palermo e all’Antimafia dell’Ars. Tra i destinatri anche il presidente della Repubblica, alla presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno. “Vogliamo nuovamente lanciare un messaggio forte e chiaro”, dice Nicolosi. “Corleone vuole smarcarsi definitivamente da un passato di mafia e malaffare, anche allontanando concittadini sgraditi come Salvuccio Riina, che non ha mai preso le distanze dalle azioni spregevoli del padre Totò”, aggiunge. Nicolosi poi continua: “Il danno d’immagine che la famiglia Riina ha provocato alla città è grave e difficile da recuperare”. E ancora “C’è tanta gente che si adopera ogni giorno per il riscatto di Corleone, con il prezioso contributo delle forze dell’ordine, della scuola e della gran parte dei cittadini onesti”. Per il sindaco “il rispetto delle regole, le buone pratiche amministrative, gli spazi di libertà conquistati, sono ormai patrimonio della comunità corleonese, che non vogliamo – prosegue – possano essere compressi da presenze indesiderate”. Ed è per questo che, “sicuri di interpretare il desiderio di gran parte della cittadinanza – conclude -, chiediamo il suo celere allontanamento da Corleone”.


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