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Caro affitti, la protesta si allarga: dopo Milano e Roma studenti in tenda anche a Bologna

L'iniziativa del collettivo 'Cambiare rotta' che si mobilita "per un reddito studentesco e verso lo sciopero generale del 26 maggio"

Pubblicato:10-05-2023 12:18
Ultimo aggiornamento:10-05-2023 12:19
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caro affitti bologna
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Foto: Facebook Cambiare Rotta

BOLOGNA – Con le tende davanti all’ingresso del Rettorato dell’Università di Bologna “per denunciare l’emergenza affitti che viviamo noi studenti universitari”. Insieme ai loro ‘colleghi’ che stanno facendo lo stesso in altre città, sotto le Due torri il collettivo ‘Cambiare rotta’ si mobilita “per un reddito studentesco e verso lo sciopero generale del 26 maggio”. E annuncia per oggi stesso un “pranzo sociale contro il carovita” alle 13 e una assemblea pubblica sulla questione casa alle 18. “In questi giorni assistiamo a diverse dimostrazioni di come la situazione delle case per noi studenti sia diventata ormai insostenibile. Da anni questa situazione non fa che aggravarsi, con un aumento della speculazione edilizia e dei proprietari soprattutto nelle città universitarie”, ma le residenze pubbliche universitarie “sono state smantellate negli anni a favore di studentati privati o di lusso” e “i criteri di merito per accedere a forme ormai minime di welfare come le borse di studio non solo sono insufficienti e filtrati dai ricatti del merito, ma anche a dei compensi non adeguati alla recente inflazione”, denuncia ‘Cambiare rotta’ in una nota.

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E allora, con le ‘tendate’ in diversi Atenei, si attaccano la “liberalizzazione del mercato degli affitti con la legge che ha lasciato alla speculazione privata un diritto di tutti come la casa, fino alle continue politiche, anche con il Pnrr, che consistono nel favorire il profitto di chi specula versando soldi direttamente nelle tasche dei proprietari di casa. La sinistra, quanto la sua fasulla controparte, è la prima responsabile di questa condizione”. E l’attuale governo “si fa alfiere dell’attacco alle fasce popolari a partire dai decreti sulla precarizzazione del lavoro (siglati con i sindacati confederali) fino alla cancellazione del reddito di cittadinanza”. Gli studenti chiedono un “reddito studentesco che permetta a tutti di accedere ad un percorso di studi universitario, e che deve essere finanziato con tutti quei privati che speculano su di noi e sulle nostre Università”.

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Di pari passo devono andare “un piano pubblico di investimenti per l’ampliamento delle strutture residenziali esistenti e per la costruzione di nuovi studentati che rimangano in mano pubblica” e la “reintroduzione dell’equo canone per calmierare il mercato degli affitti privati, con istituzione di una specificità mirata alla condizione studentesca”. Per Sinistra italiana, dice il coordinamento del partito in Emilia-Romagna “è indubbiamente un bene che del problema abitativo si inizi a parlare con sempre più frequenza, ora che il tema sta esplodendo sotto il fuoco incrociato inflazione-speculazione. È sempre più urgente e necessario l’intervento del pubblico per investimenti sull’edilizia popolare e sociale. Siamo già in ritardo ma forse muovendosi alla svelta si riesce a migliorare la situazione”.

A Bologna “troppe persone sono costrette ad affrontare costi insostenibili per un affitto sul mercato privato”, a Rimini “la difficoltà di reperire case in affitto passa anche dalla sua natura turistica”. E dunque “pensiamo che sia il momento per aprire un confronto politico serrato che porti alla costruzione di un percorso, anche locale, volto a trovare soluzioni concrete, immediate e a breve e lungo termine”. Sinistra italiana sollecita investimenti su edifici e alberghi dismessi da destinare all’edilizia pubblica e sociale e un tetto agli affitti brevi, canoni calmierati “gestiti dagli enti pubblici preposti” e “nuove soluzioni di coabitazione”

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