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Caffè della pace tra Conte e Letta, ma nel campo largo tira aria di burrasca

Il presidente del M5S e il segretario del Pd si sono incontrati per discutere dei punti di dissenso, dalle armi all'Ucraina alle comunicazioni di Draghi alle Camere. "Non si sono nascoste le tensioni", si legge nella nota comune

Pubblicato:10-05-2022 19:27
Ultimo aggiornamento:11-05-2022 15:37

giuseppe conte enrico letta
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ROMA – “Confronto cordiale ma franco”. È il caso di rispolverare il politichese per descrivere il faccia a faccia sull’agenda politica tra il segretario del Pd Enrico Letta e il presidente del M5S Giuseppe Conte. Un incontro avvenuto nel pomeriggio e comunicato dallo stato maggiore dei due partiti con una nota identica. Ma le differenze sulla guerra restano.

Identica è stata la sottolineatura che fatti salvi “i rapporti personali e politici tra i due leader”, che consentono di parlare di un “incontro cordiale”, il faccia a faccia non ha sorvolato sui punti di dissenso. A cominciare dal sostegno al Governo sull’invio di armi in Ucraina e dalle comunicazioni del premier Mario Draghi alle Camere. “Sono state trattate varie questioni, anche quelle che hanno visto le rispettive forze politiche su posizioni non pienamente convergenti“, si legge nella nota.

“Il Pd vuole solo rimediare al malcontento profondo che serpeggia nella loro base. Prima ci hanno insultato, ora fanno finta di venire sulle nostre posizioni“, è stata una delle “carinerie” pronunciate da Conte contro l’amico Letta. Il segretario del Pd non è stato da meno, seppure con più flemma. Ha chiesto rispetto ed ha provato a leggere le reali intenzioni dell’alleato accusandolo di voler fare incetta dei voti nel centrodestra. “Non è la mia prospettiva”, ha chiosato.


In realtà la lite tra Pd e M5S sulla linea da tenere sulle armi all’Ucraina e i rapporti con Draghi risale a oltre un mese fa, tanto che i due leader l’8 aprile avevano provato a stemperarla con un altro faccia a faccia, quella volta a tavola. Ma anche in quel caso il menu (piatto forte era la frase di Conte “non siamo la succursale del Pd“) era risultato piuttosto indigesto. Si erano lasciati con l’amaro in bocca, fiduciosi che il clima sarebbe migliorato.

Ma nonostante la Pasqua di mezzo, niente, non è volata la colomba della pace tra il Nazareno e San Lorenzo in Lucina. “Non si sono nascoste le tensioni di queste ultime settimane. Entrambi hanno comunque ribadito l’intenzione e la determinazione a continuare il percorso di dialogo”, riferisce la nota stilata oggi in carta carbone dai rispettivi quartieri generali.

Fonti di Partito, contattate dalla Dire, aiutano a tradurre: tra Pd e M5S restano le distanze sul conflitto, sulla necessità che il premier Mario Draghi riferisca in Parlamento con il voto dell’aula, sugli armamenti da continuare a inviare agli ucraini per consentire loro di difendersi. Nel campo largo continua a tirare aria di burrasca.

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